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Le associazioni contestano l'allarmismo mediatico sul falso biologico

In risposta a recenti segnalazioni di sequestri, operati dai Carabinieri nella lotta al contrasto contro le frodi alimentari, e ripresi con grande clamore mediatico da giornali e tv, le associazioni di categoria AssoBio e AIAB sono intervenute per denunciare un ingiustificato clima di allarmismo. Secondo le organizzazioni, infatti, la presenza di controlli dovrebbe rassicurare il pubblico, tanto più se si analizzano in dettaglio i casi dei singoli sequestri:

"Stiamo ancora cercando di sapere qualcosa di più - dichiara AssoBio per voce del suo segretario Roberto Pinton - sui 6.480 barattoli di finta passata di pomodoro bio in Campania, che secondo alcuni giornalisti corrisponderebbero a 'oltre 300 tonnellate'. Se si trattasse davvero di 300 tonnellate, ogni 'vasetto' peserebbe 46 chili! Secondo gli inquirenti, inoltre, si tratta in questo caso di prodotto proposto come biologico, ma ancora nella fase di conversione (ossia già coltivato in conformità al metodo biologico, ma non ancora legittimato a indicare la parola bio sull'etichetta)".

"A volte, purtroppo - rimarca dalla sua Vincenzo Vizioli, presidente AIAB – la 'fame' di incredibili scoop porta a enfatizzare come scandalo ciò che scandalo non è. Per qualcuno, inoltre, può diventare occasione per fare dichiarazioni roboanti dispensando numeri e dati, molto poco fondati e lontani dalla realtà dei fatti. Passato il clamore, però, difficilmente qualcuno ha il coraggio di dire: scusate, ci siamo sbagliati".

AIAB osserva: "Fonti di stampa riferiscono poi di un punto vendita di Napoli dove sono stati sequestrati 100 kg di ortofrutta bio perché le etichette su sette cassette non presentavano tutte le indicazioni richieste dalla norma. Va ricordato che per l'articolo 31 del regolamento 889/2008, le informazioni su nome e indirizzo del produttore e le indicazioni sul metodo biologico possono figurare anche solo nei documenti di accompagnamento, come in questo caso. Non si tratta affatto di 'falso bio', al più di una gestione operativa dell'attività decisamente approssimativa e da correggere".

Vizioli sottolinea: "Affermare, come fa Coldiretti, che 6 consumatori su 10 incappano nel falso bio è totalmente denigratorio e fuorviante. Se davvero fosse così, chiediamo a chi lo sostiene di fornire i dati su cui fonda questa ultima dichiarazione e lo invitiamo a denunciare i truffatori che conosce".

A sua volta AssoBio conclude: "Quanto alla vicenda delle 11 tonnellate di arance egiziane proposte come agrumi siciliani e spacciate per biologiche, Oreste Gerini della Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari del ministero delle Politiche agricole, nel corso di una trasmissione Rai, ha chiarito che non si trattava di arance convenzionali spacciate per biologiche, bensì di arance egiziane spacciate per italiane. Nessuna frode biologica, quindi, ma solo un comunicato stampa confuso, un giornalista superficiale che non controlla e un'organizzazione di agricoltori convenzionali che troverebbe qualsiasi argomento per promuovere i suoi mercatini".