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Di Giambattista Pepi

L’Associazione dei produttori Tu.Ka.Mi. esporta in Francia i Kaki di Misilmeri (PA)

L’Associazione per la tutela del Kaki di Misilmeri (Tu.Ka.Mi.), la prima aggregazione tra i piccoli produttori di questo caratteristico frutto autunnale, orgoglio e vanto del piccolo centro agricolo in provincia di Palermo, dopo aver fatto breccia con successo sul mercato domestico, va alla conquista dell’Europa, a cominciare dalla Francia.


Cassette di kaki di Misilmeri
 
Dall’Italia alla Francia
"La nostra associazione – dice Pietro Borgese, presidente dell’Associazione Tu.Ka.Mi - nasce per valorizzare il prodotto sia nel nostro comprensorio, sia oltre i nostri confini. Dopo aver instaurato rapporti non più episodici come in passato, ma più stabili ed organici con importanti operatori commerciali del Nord Italia, adesso abbiamo deciso di aggredire anche i mercati europei più prossimi al nostro paese e, tra questi, quello francese, dove il prodotto ha riscontrato notevole gradimento già lo scorso anno".

Un prodotto eccellente
Accompagnato da condizioni meteorologiche buone, il kaki di Misilmeri quest’anno si presenta ineccepibile tanto dal punto di vista delle caratteristiche organolettiche, quanto da quelle mercantili.
 
Dopo la maturazione, i kaki verranno confezionati in cestini o cassette e spediti sia nei mercati ortofrutticoli soprattutto dell’Italia settentrionale, sia in Francia.

Il kaki di Misilmeri
Il circondario di Misilmeri (l’antico casale dell’Emiro da cui deriva il nome Menzel el Amir) che appartiene alla parte estrema di quello che si può considerare la "Conca d’oro", oggi impropriamente definita di "cemento", conserva ancora una lussureggiante vegetazione tuttora ricca di agrumeti.

I frutti del kaki sono coltivati da molto tempo. Vengono raccolti quando sono ancora verdi, appesi alla pianta da un ridotto e vigoroso pedicello che si diparte dal calice del fiore che lo ha generato.


I kaki di Misilmeri

Dopo la raccolta devono essere "ammezziti", ovvero maturare fino a perdere il contenuto di tannini che li rende astringenti o meglio "allappanti". La maturazione favorisce la produzione di zuccheri che rende questo frutto dolcissimo.

Il procedimento di maturazione avviene nei "cascuni" (cassoni) foderati di carta robusta (tipo adatta per i sacchi di frumento) e coperto con aggiunta di acetilene che, sprigionando calore, fa maturare il frutto. Anche in casa, comunemente, per accelerare la loro maturazione si possono lasciare vicino a frutti che sprigionano etilene, come mele e pere.


Kaki coltivato a Misilmeri

Un lavoro di squadra
"I nostri risultati – aggiunge Borgese - sono frutto di un lavoro di squadra, che ha visto, tra i protagonisti, i produttori, che animano l’Associazione, l’Amministrazione comunale di Misilmeri e l’Assessorato alle Risorse agricole ed alimentari della Regione Siciliana, che, attraverso i suoi servizi tecnici, ha favorito ed assecondato la crescita e lo sviluppo di un’iniziativa sinergica per la tutela, la promozione e la valorizzazione commerciale del prodotto".

Cenni botanici
Il kaki (noto con il nome Diospyros Kaki: dal greco Dios, che significa Giove e Kyros, che significa frumento, letteralmente definito il Cibo degli Dei) o cachi nel linguaggio comune, è un tipico frutto autunnale che si caratterizza per il colore arancio brillante, la buccia liscia e lucida, che tende a rompersi facilmente quando il frutto è maturo, e la polpa molto dolce, simile ad una crema.


Pianta di kaki

Originario della Cina (dove il frutto era chiamato la "mela d’oriente"), il kaki giunse in Giappone oltre mille anni fa, dove cominciò ad essere diffusamente coltivato.
L’introduzione in Europa risale alla fine del Settecento, utilizzata inizialmente come pianta ornamentale; fu solo nel 1860 in Francia e, successivamente, in Italia che iniziò ad interessare come albero da frutto.

Campania, Emilia Romagna e Sicilia le regioni leader
Le regioni italiane in cui è maggiore la produzione sono la Campania (da cui proviene circa il 50% della produzione nazionale) l’Emilia-Romagna e la Sicilia, appunto, con il comprensorio specializzato di Misilmeri.

Appartenente alla famiglia delle Ebenaceae, la pianta di kaki, che raggiunge e talvolta supera i dieci di metri, si presenta con foglie acuminate di colore verde lucido e il frutto è una grossa bacca con forma prevalentemente arrotondata.
Il suo legno, particolarmente duro, veniva utilizzato per fabbricare oggetti molto robusti, come mazze da golf e attrezzi sportivi.

La maturazione dei frutti avviene tra ottobre e novembre, quando la polpa verdastra raggiunge il colore giallo-arancio. I kaki devono essere consumati a completa maturazione. Dopo la raccolta, è necessario attendere che maturino ulteriormente, per eliminare il tipico effetto astringente al palato provocato dall’elevato contenuto di tannino.

Le varietà di kaki più conosciute sono: il "Loto di Romagna", la cui zona tipica di produzione comprende i comprensori di Imola, Faenza, Lugo, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini; si presenta di colore giallo aranciato, forma tonda e polpa consistente. Altra varietà apprezzata è la "Vaniglia della Campania". Di colore rosso aranciato intenso con polpa liquescente e sapore più dolce, ha forma rotonda e leggermente schiacciata alle due estremità.

Altre varietà conosciute sono: il "Fuyu" con maturazione tardiva, il "Kawabata", il "Suruga" caratterizzato da polpa più dura, ed il Misilmeri, appunto, apprezzato dagli intenditori e adesso anche esportato.

Contatti:
Associazione Tu.Ka.Mi.
Presidente dr. Pietro Borgese
Tel.: (+39) 091 8723075
Sezione operativa di assistenza tecnica – SOAT n. 63
C.so Vittorio Emanuele, 174/A
90036 Misilmeri (PA)
E-mail: [email protected]
Tel./fax: (+39) 091 8731384 
Data di pubblicazione: