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Da Ramacca (CT), alcune proposte per il rilancio del carciofo siciliano

Si è svolto lo scorso 30 marzo 2012, a Ramacca (provincia di Catania), in occasione della XXII Sagra del Carciofo, un convegno dal titolo: "Quale sviluppo per il carciofo siciliano. Innovazione di prodotto e di processo per una cinaricoltura sostenibile".

 
I relatori del convegno. Da sinistra verso destra: Gerardo Grilli e Giuseppe Zuccarelli, Responsabili Vitroplant e costitutori della varietà Apollo; Massimo Gucciardi, Responsabile acquisti Orogel, carciofino ed industria di trasformazione; Alberto Mazzone, Dirigente Condotta Agraria di Ramacca; Francesco Zappalà, Sindaco del comune di Ramacca; Giovanni Mauromicale, Dipartimento Scienze Produzioni Agrarie e Alimentari, Università di Catania, Giuseppe Spataro, Dirigente SOAT di Caltagirone.

La relazione di Giuseppe Cupane
Nella sua relazione, Giuseppe Cupane, Presidente della Cooperativa Violetto Ramacchese e Presidente dell'ATS, Promozione Carciofo Sicilia, ha analizzato gli elementi critici della filiera del carciofo sui quali intervenire, presentando anche interessanti proposte di rilancio del comparto mediante l'innovazione di processo.

In un contesto nel quale consumatori sono sempre più attenti, esigenti, selettivi e informati, le buone caratteristiche dei prodotti ortofrutticoli, da sole, non sono più sufficienti per sostenerne la commercializzazione. Cupane ha sottolineato che il problema non è quello di produrre, bensì quello di garantire qualità e servizi.


Giuseppe Cupane, Presidente della Cooperativa Violetto Ramacchese e Presidente dell'ATS, Promozione Carciofo Sicilia.

"Servono tecnologie avanzate, conoscenze di marketing, studio delle confezioni, innovazione di processo e di prodotto. Gli obiettivi primari per rimanere efficienti e competitivi sul mercato sono: controllo della produzione dei soci; concentrazione dell'offerta; ruolo di gestione della OP per ridare slancio all'intera filiera. Il futuro di un'area produttiva, in sintesi, dipende sempre più dall'efficienza delle strutture organizzate", ha spiegato Cupane.

La mancanza di controllo sull'offerta da parte dei produttori, nonché la rigidità del rapporto tra domanda e offerta, rende oggi impossibile allineare i prezzi di vendita agli effettivi costi di produzione. I prezzi sono infatti oggetti ad ampie oscillazioni e ad un'elevata variabilità anche da zona a zona.

Innovazione di processo nel trattamento post-raccolta del carciofo e nel packaging
Cupane ha poi relazionato sulla nuova metodologia di conservazione dei carciofi dopo la raccolta, che sarà implementata per preservare la freschezza del prodotto. Si tratta di una nuova modalità di conservazione in celle frigo con utilizzo di ozono e di un metodo di lavaggio con acqua addizionata con ozono.

"L'ozono - ha spiegato Cupane - migliora la qualità del prodotto, aumenta la shelf-life, riduce eventuali perdite dovute al deterioramento ed elimina sostanze chimiche sgradite. Consente di controllare la presenza di muffe e abbattere la carica batterica, oltre ad eliminare piccoli insetti come gli afidi. Non lasciando alcun residuo sul prodotto, né determinando resistenze da parte degli agenti patogeni o alterando l'aspetto del prodotto, l'uso dell'ozono risulta la scelta ottimale".

Il nuovo ciclo produttivo comprende pertanto una fase di raccolta in campo dei carciofi al mattino, il conferimento in magazzino nel pomeriggio, lo stoccaggio in cella frigo con ozono durante la notte e la lavorazione, il mattino successivo, che contempla una fase di lavaggio con acqua arricchita di ozono nel pomeriggio. A quel punto, i carciofi vengono spediti ai mercati di destinazione, nei quali giungono nel corso delle 24 ore successive.

"Introdurremo inoltre - ha anticipato Cupane - un nuovo imballaggio in polipropilene riciclabile per rafforzare il posizionamento commerciale del carciofo siciliano in generale e di quello ramacchese in particolare. Se oggi infatti l'etichettatura del prodotto è quasi sempre corretta, l'imballaggio è però anonimo".


In foto, un esempio di imballaggio anonimo.

Puntare alla riconoscibilità del packaging, invece, significa anche rendere il prodotto distinguibile per origine e caratteristiche. "L'imballaggio giusto - osserva Cupane - deve conferire al prodotto una corretta presentazione, comunicandone la provenienza e l'identità siciliana. Deve essere facilmente riconosciuto e trasmettere un marchio commerciale. Inoltre, deve mantenere le caratteristiche di freschezza dell'ortaggio e preservarne l'igiene".


In foto, un esempio del nuovo packaging distintivo, in polipropilene riciclabile.

Sono seguiti gli interventi di Giovanni Mauromicale, Massimo Gucciardi, Gerardo Grilli e Giuseppe Zuccarelli.



Da sinistra a destra: Giovanni Mauromicale, Dipartimento Scienze Produzioni Agrarie e Alimentari, Responsabile Scientifico dell'ATS, le ultime novità della ricerca scientifica; Massimo Gucciardi, Responsabile acquisti Orogel, carciofino ed industria di trasformazione.


Gerardo Grilli e Giuseppe Zuccarelli, Responsabili Vitroplant e costitutori della varietà di carciofo Apollo.