Pesche platicarpa, l'evoluzione della specie: dalla Tabacchiera alla Saturnia®
Saturnia® è un marchio registrato dalla azienda agricola Eleuteri, associata alla Aop Armonia. In quanto proprietaria del marchio, la nostra azienda agricola è l'unica a poter utilizzare legalmente sul mercato il nome Saturnia®.
Con tale denominazione si individua una serie ben definita di varietà di pesche platicarpa classificabili come di "nuova generazione", ossia tutte quelle pesche piatte che discendono dalla varietà madre Stark® Saturn e che si differenziano sostanzialmente - sia per la maggiore qualità del frutto, che per la maggiore resistenza al freddo della pianta - dalla vecchia pesca Tabacchiera, coltivata prevalentemente in Sicilia e fino a poco tempo fa presidio Slow Food.
Raffronto tra pesca Saturnia® (qui sopra) e pesca Tabacchiera originale siciliana (qui sotto). Già a colpo d'occhio si può notare la colorazione più rossa della Saturnia® e la buccia più fine, dotata di minore peluria.
Saturnia®: la storia
Alla fine degli anni '70 del secolo scorso, alcuni ricercatori americani dell'Università di Rutgers, nel New Jersey, avviarono un programma di miglioramento genetico della pesca platicarpa, allora conosciuta negli Stati Uniti come Peento Peach o Pan Tao Peach (molto simile alle vecchie varietà diffuse nei Paesi mediterranei, identificate come "Tabacchiera" in Italia e "Paraguayo" in Spagna),
Tale tipologia di pesca risultava infatti essere più gustosa e dolce; inoltre, grazie alla sua particolare forma schiacciata era anche più facilmente consumabile rispetto alle altre pesche. Tuttavia, la sua coltivazione era possibile solo in aree ristrette, a causa della scarsa resistenza al freddo della pianta; inoltre, i frutti risultavano troppo delicati e con una shelf life troppo breve per poter essere commercializzati in mercati distanti dai luoghi di produzione.
Così, con l'obiettivo di rendere la pianta coltivabile anche nei territori più freddi del New Jersey (quarta regione peschicola degli Stati Uniti), i ricercatori della Rutgers, dopo un lungo processo di studio e sperimentazione, individuarono una nuova varietà di pesca platicarpa che si distingueva dalla sua antenata principalmente per essere più resistente al freddo. Presentava inoltre frutti qualitativamente superiori: con una buccia più sottile e colorata, una polpa più gustosa e saporita e con una shelf life maggiore.
Individuata la varietà che stavano cercando, i ricercatori della Rutgers cedettero poi i diritti di moltiplicazione varietale ai vivai Stark Bro's, i quali a loro volta decisero di conferire a quella pesca un nuovo nome, proprio per distinguerla dalla vecchia Peento o Pan Tao. Lla chiamarono così Saturn, riferendosi chiaramente, per affinità di forma, agli anelli del pianeta Saturno.
Agli inizi degli anni '80 del secolo scorso, i vivai Stark registrarono dunque la nuova varietà con il nome di Stark® Saturn, dando così una identità ben precisa alla capostipite di quella che era, a tutti gli effetti, una vera e propria nuova generazione di pesca Platicarpa, la Saturn Peach.
L'impianto in Italia
Nel 1984, durante un viaggio negli Stati Uniti, mio padre Giorgio Eleuteri ebbe modo di vedere ed assaggiare alcuni frutti di Stark® Saturn e ne fu immediatamente colpito per l'aspetto, ma soprattutto per il gusto piacevolissimo e il profumo straordinario. La decisione di impiantarne alcuni esemplari nell'azienda agricola di famiglia fu immediata.
Nel 1986 vennero dunque piantati i primi 1.000 esemplari di quella nuova varietà: nacque allora e crebbe nel corso degli anni una vera passione per questo frutto. Le caratteristiche eccezionali della nuova platicarpa e la sua maggiore resistenza al freddo, spinsero l'Istituto Sperimentale di Frutticoltura di Roma ad avviare a propria volta un programma di miglioramento genetico di quella platicarpa, al fine di selezionarne nuove varietà in grado di esprimere le medesime qualità del frutto già insite nella Stark® Saturn, allungandone il calendario di raccolta.
Le piante madri di pesca della varietà Stark® Saturn, messe a dimora nell'azienda agricola Eleuteri nel 1986.
L'attività dei ricercatori di tale istituto, il dottor Antonino Nicotra, il dottor Luciano Moser e il dottor Luigi Conte, permise, dopo anni di sperimentazione, di individuare una famiglia varietale di pesche platicarpa che migliorò ulteriormente la qualità del frutto, estendendo sensibilmente il calendario di raccolta. I ricercatori denominarono quella nuova famiglia varietale "UFO". Con le UFO si era raggiunto un deciso miglioramento dei calibri, della colorazione della buccia, della consistenza della polpa, ma anche l'affinamento dei profumi ed una più lunga distribuzione della maturazione all'interno del calendario di raccolta.
Giorgio Eleuteri seguì costantemente il lavoro svolto dai due ricercatori italiani, visionandone con attenzione i progressi; fu così che, dopo anni di osservazione ed analisi del comportamento di quella nuova varietà negli ambienti produttivi marchigiani, egli ottenne in esclusiva dallo stesso Istituto Sperimentale di Frutticoltura di Roma la licenza alla moltiplicazione di 2 varietà della famiglia UFO che considerò superiori a tutte le altre: la UFO 2 e la UFO 4.
Azienda Eleuteri: appezzamento di 10 ettari di peschi in fioritura di varietà UFO 2 (3 ettari) e UFO 4 (7 ettari).
Negli ultimi anni, presso l'azienda Eleuteri, sono state individuate altre 2 varietà di pesca platicarpa, mutazioni spontanee della varietà madre Stark® Saturn: la Ops 1 e la Strike, dotate di qualità straordinarie,
Saturnia® diventa un marchio registrato
Nel 2008 decidemmo di registrare il marchio Saturnia® proprio per distinguere questa nuova specie da quella precedente e per identificare le pesche platicarpa coltivate secondo il nostro disciplinare di produzione, che prevede una gamma varietale ben definita, tecniche colturali messe a punto in quasi 30 anni di esperienza produttiva, nonché modalità di confezionamento peculiari, necessarie per preservare al massimo le doti di una pesca come la Saturnia®, superiore a tutte le altre, ma allo stesso tempo molto più delicata.
Oggi, quella che era la Tabacchiera originaria è quasi scomparsa in Sicilia, superata non solo dalle nostre pesche, ma anche da molte altre nuove varietà (soprattutto in Spagna la ricerca è oggi molto attiva) che ne costituiscono un superamento varietale, una vera e propria evoluzione della specie, paragonabile al percorso evolutivo dell'Uomo, quando l'Homo Sapiens soppiantò quello di Neanderthal.
Piante di UFO 2 coltivate sotto serra. Foto scattata il 19 maggio 2013; ora in fase di raccolta.
La produzione di pesca platicarpa in Spagna
Che ci si trovi di fronte ad un frutto completamente diverso da quello originario è del tutto evidente in Spagna, dove negli ultimi 5 anni le pesche platicarpa sono state protagoniste di un vero e proprio boom di insediamenti produttivi, arrivando ad occupare una superficie coltivata superiore ai 5.000 ettari (in Italia non arriviamo a 500).
Gran parte della produzione spagnola è ubicata nella sola provincia di Lerida, in Catalogna, a Nord della Spagna; la vecchia Paraguayos (equivalente della nostra Tabacchiera) al contrario, non poteva essere coltivata a quelle latitudini e in quelle condizioni pedoclimatiche, trovando invece la propria diffusione limitatamente alla sola regione di Murcia, la quale oggi risulta, in termini di superfici coltivate, la seconda regione peschicola della Spagna, dopo la Catalogna.
Negli ultimi anni a Lerida, principale regione peschicola spagnola, si stima che oltre il 70% degli investimenti in nuovi impianti abbia abbia avuto per oggetto pesche della tipologia platicarpa, con ritmi di crescita di 1.000 ettari in più all'anno negli ultimi 3 anni. Nessun'altra varietà, nella storia della peschicoltura spagnola, ha conosciuto una crescita altrettanto rapida e convulsa.
Governare l'offerta
Nonostante l'intenso aumento della domanda registrata in tutta Europa per le pesche platicarpa, la preoccupazione che un aumento incontrollato dell'offerta possa generare un collasso del mercato è del tutto ragionevole. E' per tale ragione che l'anno scorso l'associazione di categoria Afrucat (Associaciò Empresarial de Fruita de Catalunya), per governare meglio l’offerta, ha riunito intorno ad un unico marchio "OKI" alcuni dei maggiori produttori catalani di pesche piatte, che insieme rappresentano il 35% della produzione di platicarpa della regione.
Nonostante le grandi dimensioni individuali delle aziende partecipanti a questo progetto (la superficie media coltivata a platicarpa delle aziende "OKI" è infatti di 250 ettari), ancora una volta gli spagnoli ci danno delle lezioni su come "fare sistema" per affrontare competitivamente il mercato. Riusciremo anche noi ad imparare qualcosa da questi esempi?
Per contatti e informazioni:
Marco Eleuteri
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