Acireale: i ricercatori del CRA-ACM rispondono alle accuse di Legambiente Sicilia sull'uso del gene Ruby
Giuseppe Reforgiato Recupero e Concetta Licciardello scrivono: "La presente nota intende contestare alcune notizie diffuse nel web riguardanti l'utilizzo del gene denominato "Ruby" per la produzione di arance pigmentate geneticamente modificate (OGM)."
I ricercatori del CRA-ACM di Acireale, grazie al finanziamento di un progetto europeo in collaborazione con un gruppo di ricercatori inglesi e cinesi, hanno infatti contribuito all'isolamento del gene "Ruby", responsabile del controllo della sintesi delle antocianine nelle arance rosse.
"Questa ricerca - precisano Reforgiato Recupero e Licciardello - ha ottenuto una visibilità scientifica di importanza internazionale, dal momento che la scoperta è stata oggetto non solo di un articolo pubblicato su una rivista ad elevatissimo 'impact factor', ma anche di altri articoli scientifico-divulgativi."
A tutt'oggi, il gene "Ruby", ma ancor di più il suo "interruttore”, viene utilizzato come marcatore genetico, ovvero come screening per verificare la presenza di pigmentazione rossa nei frutti di arancio e dei suoi ibridi, a uno stadio precoce dello sviluppo della pianta. Questa procedura è parte integrante del miglioramento genetico convenzionale, cioè quello non biotech (NO OGM).
"Si fa pertanto presente - aggiungono i ricercatori - che la sequenza di "Ruby", similmente a quanto avviene oggi in migliaia di ricerche analoghe, è stata pubblicata in un database internazionale di libera consultazione. I ricercatori del CRA-ACM non si sono pertanto riservati alcun diritto di proprietà intellettuale o di brevetto, come invece hanno riportato alcune notizie sul web false ed offensive."
"Dopo aver reso pubblica la sequenza, chiunque può farne l'uso che ritiene più opportuno, compreso l'utilizzo del gene anche per la produzione di piante geneticamente modificate (OGM). Di simili eventuali scelte da parte di terzi, i ricercatori del CRA-ACM (in foto) non possono essere considerati in alcun modo responsabili. Infatti, la successiva brevettazione ha riguardato non il gene "Ruby" bensì un metodo messo a punto per incrementare il contenuto di antocianine, che non coinvolge in alcun modo i ricercatori del CRA-ACM."
"Tra l'altro - sottolineano i ricercatori - pensare che la Sicilia possa mantenere il monopolio della produzione di arance pigmentate è sinonimo di ignoranza. Infatti le condizioni pedoclimatiche siciliane, culla della produzione delle arance rosse, non sono uniche al mondo. Esistono altri Paesi come la Cina, l'Australia, il Sudafrica, la California e la Spagna, che posseggono - in determinati areali - condizioni climatiche egualmente vocate alla produzione di arance pigmentate NO OGM, quanto quelle siciliane. In queste aree, infatti, a chiara dimostrazione di quanto prima dichiarato, sono stati realizzati di recente impianti di arancio pigmentato con interesse commerciale rilevante."
Concludono i ricercatori: "Oggi, a causa della globalizzazione dei mercati, l'unico sistema per mantenere una posizione di eccellenza nelle produzioni è puntare esclusivamente sulla qualità, piuttosto che su pretestuose barriere doganali. In Italia, il caso di vino, olio e parmigiano ne sono una chiara dimostrazione."
Per maggiori informazioni:
Giuseppe Reforgiato Recupero
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