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"Alfio Messina: "La campagna 2014 (e oltre) dell'uva da tavola italiana si profila incerta"

"Il quadro che si è delineato al termine del 2013, per il commercio italiano di uva da tavola, è complesso e delicato e sicuramente poco roseo per l'imminente campagna 2014. A problemi di natura economica si sono aggiunti quelli di natura climatica che hanno intaccato la qualità del prodotto e compromesso ulteriormente il prezzo di vendita, il quale è risultato mediamente fra i più bassi degli ultimi dieci anni." Questa la prima analisi di Alfio Messina, dell'azienda Agrimessina Srl di Rutigliano (BA), specializzata nella produzione e commercializzazione di uve.

In effetti, i dati relativi alle esportazioni e ai consumi italiani di frutta in genere non sono risultati particolarmente brillanti nel 2013: rispetto al 2012, le esportazioni di frutta fresca dall'Italia hanno visto una variazione negativa del -9,7% in quantità e positiva del +1% in valore, mentre nel mercato domestico si sono registrati cali del -2,2% in quantità e -2,5% in valore.

Nello specifico, le esportazioni di uva sono risultate in lieve crescita in volume ma abbastanza stabili in valore, mentre i consumi nel mercato domestico si sono mantenuti su valori stabili in volume, ma subendo una contrazione in valore (Fonti: Ismea e Fruitimprese).

Secondo Fruitimprese, la produzione di uva da tavola italiana nel 2013 è stata pari a 1 milione di tonnellate (su un totale europeo di 4,2 mln ton), di cui 470.000 tonnellate sono state vendute all'estero. L'Italia, dunque, pur rappresentando circa un quarto della produzione europea di uva da tavola, pesa molto meno nelle esportazioni.


Alfio Messina.

Domanda in calo, produzione in crescita

"La crisi economica che attanaglia i Paesi occidentali, tradizionali mercati di sbocco per l'export di uva italiana - sottolinea l'imprenditore - non accenna a diminuire e le previsioni su prezzi e domanda tendono addirittura a valori ulteriormente negativi rispetto al 2013. Il calo dei consumi, infatti, ha come immediata conseguenza la stagnazione dei prezzi, che per il primo trimestre 2014 si mantengono sullo stesso livello dell'anno precedente, se non addirittura in calo."

"D'altro canto, però, le produzioni sono in aumento. Nonostante le non favorevoli previsioni di vendita, che confermano la tendenza negativa degli ultimi tre anni, in Italia si registra un aumento delle produzioni pari al 5-10%; fa paura anche la Spagna, che prevede un aumento del 15-20% per nuovi impianti di uve apirene. (Per fortuna tali dati, al momento, sono apparentemente smorzati da una quantità di prodotto rilevata sulla pianta mediamente inferiore rispetto agli standard delle precedenti produzioni.) Insomma, la torta diminuisce ma gli invitati aumentano."

Alfio Messina prosegue osservando: "All'interno del Bacino del Mediterraneo esiste, e se ne ha ormai piena consapevolezza, il problema della sovrapproduzione di ortofrutticoli. Alle sempre più abbondanti produzioni dei soliti attori quali Italia, Spagna e Grecia - che grazie ad investimenti in nuovi impianti e tecnologie promettono di invadere i mercati - si aggiunge la feroce concorrenza dei paesi Nord-africani quali Marocco, Tunisia ed Egitto, le cui numerose produzioni sembrano qualitativamente migliori rispetto al 2013 o al 2012. Appare quindi chiaro come non sarà assolutamente facile commercializzare l'uva da tavola italiana, sia quest'anno sia in futuro."




Da premium price a commodity, ma i costi aumentano
"L'uva da tavola è ormai da anni riconosciuta dai consumatori europei come una commodity, cioè un bene altamente sostituibile e difficilmente differenziabile. Le nuove varietà, presenti ormai in maniera diffusa in tutto il Mediterraneo, assicurano un prodotto omogeneo e di qualità superiore, e non permettono più di riconoscere all'uva italiana quel premium price che in passato consentiva di compensare i costi di produzione, di gran lunga maggiori rispetto alla diretta concorrenza internazionale. A causa anche della crisi economica - e in funzione quindi di un consumatore più attento al portafoglio - Grecia, Spagna e Nord Africa, grazie a prezzi più bassi, strappano quote di mercato ai produttori italiani, che fanno sempre più fatica a reggere la loro concorrenza."

"E' una sfida impari, quella che stiamo combattendo. I produttori italiani sostengono costi anche due o tre volte più elevati rispetto a Spagna e Grecia. E' necessario agire su questo fronte. Il tema della riduzione dei costi è la prima e fondamentale leva su cui bisogna intervenire, a livello nazionale, per quanto riguarda il costo della manodopera e delle risorse energetiche ed idriche, ma soprattutto a livello aziendale."

Cosa fare?
Secondo Alfio Messina, con una politica italiana ormai immobile da anni e che non riesce a rendere le sue imprese più competitive, sta a queste ultime cercare e perseguire la speranza.

"Ingegnarsi e trovare la maniera per essere competitivi, sfruttare l'energia solare, migliorare le linee produttive, ridurre gli sprechi, migliorare il servizio offerto... Tale compito però non può essere di responsabilità esclusiva delle aziende che commercializzano il prodotto. Serve un impegno forte e concreto a partire dai singoli piccoli produttori, un impegno a coordinarsi e cooperare che accomuni tutti gli attori della filiera."

"Produttori, OP ed operatori commerciali devono velocemente prendere piena consapevolezza del problema e delle reciproche responsabilità. E' necessaria una forte sinergia fra le parti che, seppur diverse, appartengono ad un corpo comune. Fare Sistema-Paese per bilanciare la relazione commerciale con la Grande Distribuzione Organizzata Internazionale che oggi, anche grazie all'agguerrita concorrenza, ancor più che in passato detiene un enorme potere contrattuale."

Diversificazione mirata
"A tal fine è necessario garantire ed assicurare elevata qualità di prodotto e di servizio, diventare di fatto un partner affidabile ed irrinunciabile per i propri clienti, fidelizzare e creare fiducia reciproca. Nel nuovo scenario, commercializzare ogni prodotto su diversi mercati non è una strategia vincente. Ridurre il rischio differenziando il proprio portafoglio clienti è necessario, ma in maniera mirata."

"Concentrandosi infatti solo su determinati clienti è possibile rispondere pienamente
alle loro esigenze sin dalle prime fasi del processo produttivo, adottando strategie che consentano di ottenere un prodotto di determinate, e richieste, caratteristiche. Ciò è però possibile solo se esiste piena chiarezza e comunicazione fra attività commerciale e produzione. Un flusso informativo che appare semplice in una grande azienda strutturata, ma che non è per nulla scontato nel variegato mondo ortofrutticolo italiano, nel quale i produttori di uva da tavola costituiscono un grande ed eterogeneo mosaico, nel quale ogni produttore è un piccolo pezzo che deve integrarsi nella catena."



Guardarsi intorno

"Integrazione, cooperazione e specializzazione sono le vie da percorrere per creare valore e remunerare le produzioni locali. Senza tutto ciò non saremo mai strategicamente interessanti, né per la GDO europea né per la GDO internazionale. La crisi dell'Occidente e l'agguerrita concorrenza spingono le aziende a guardarsi intorno, esplorare il mercato globale alla ricerca di nuove opportunità di business. I nuovi paesi emergenti, ma soprattutto i Paesi orientali, veri motori produttivi della moderna economia mondiale, sono un’opportunità da prendere in considerazione."

"In questo momento storico il made in Italy, la cucina italiana e la dieta mediterranea sono valori conosciuti e riconosciuti dai consumatori di tutto il Mondo e possono essere un valido alleato per le produzioni di ortofrutta italiana. Puntare su questi valori per far leva sull'attrattività del prodotto può costituire un fattore vincente; solo però se supportato da una strategia che assicuri al consumatore uva italiana realmente di qualità superiore e un servizio da offrire alle catene di distribuzione puntuale e affidabile. Solo così - conclude il manager - potremo dare un valore aggiunto all'uva da tavola italiana."

Contatti:
Alfio Messina
Agrimessina Srl
Rutigliano (BA)
Email: [email protected]
Data di pubblicazione: