I prodotti vietati in Russia passano per la Bielorussia e per il Kazakistan
Una delegazione di rappresentanti dei maggiori retailer operanti nel paese, guidata dal ministro russo al commercio Alexei Nemeriuk si è recata recentemente a Minsk, in Bielorussia, per facilitare i traffici commerciali al confine tra le due nazioni. Si è discusso di eliminare le tariffe doganali per far entrare prodotti destinati a rifornire gli scaffali dei supermercati in Russia, dove la penuria di merci sta già riflettendosi sui prezzi al dettaglio, che sono rincarati.
Le merci che transiteranno dal confine bielorusso potrebbero anche essere quelle di origine comunitaria, ma dovranno essere rilavorate o trasformate in Bielorussia prima di essere riesportate.
I cechi scelgono di passare per il Kazakistan
Nel frattempo, la Repubblica Ceca starebbe utilizzando il Kazakistan come tramite per esportare in Russia, nello stesso modo in cui la Polonia utilizza la Bielorussia. Attraverso le riesportazioni, i prodotti potranno essere introdotti sul mercato russo. La Russia forma infatti, insieme a Bielorussia e Kazakistan, un'unione doganale.
Le autorità russe in realtà sembrano intenzionate ad intercettare queste movimentazioni, considerate di contrabbando. In un centro di confezionamento a Samara, a circa 100 km da Mosca, le autorità hanno trovato dei prodotti proibiti durante un'ispezione. Tra gli altri, sono stati rilevati nel magazzino pesche piatte di origine spagnola e funghi champignon dalla Polonia. E' in corso un'indagine per individuare i proprietari dei prodotti e il percorso di contrabbando che è stato seguito.
In Repubblica Ceca, i prezzi delle mele sarebbero diminuiti del 20% a causa dell'embargo; anche per gli ortaggi, i prezzi sono diminuiti del 30-50%. L'effetto del boicottaggio è principalmente indiretto: altre nazioni europee infatti riversano i prodotti sul mercato ceco. La Polonia, ad esempio, potrebbe offrire le proprie mele a prezzi irrisori, cosa che metterà l'intero mercato sotto pressione.
Ortaggi economici e frutta costosa in Russia?
Ad agosto, l'indice dei prezzi al consumo in Russia era al 100,2%. Durante il secondo semestre dell'anno precedente era a 105,6%. I prezzi di alcuni prodotti, come patate, pomodori, carote e cipolle sarebbero dunque diminuiti ad agosto, mentre i prezzi per agrumi, arance e pere sono aumentati. I prezzi per altri prodotti boicottati come carne e latticini sono rincarati.
Stando ad altre fonti, i prezzi sono invece aumentati pesantemente. Così, secondo l'ufficio di ricerca statistica RBK, ad agosto, i prezzi sarebbero rincarati del 10%.
Altri fornitori
Nel frattempo, la Federazione Russa è alla ricerca di forniture di frutta e verdura in ogni angolo del pianeta, per sostituire quelle che provenivano dai paesi soggetti a embargo, in particolare quelli dell'Unione europea.
A questo proposito, il ministro russo dello sviluppo economico, Alexei Uliukáev, ha proposto ai paesi membri dell' l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) di aumentare le loro esportazioni di prodotti agricoli verso la Russia (cfr. FreshPlaza del 05/09/2014).
Anche Tunisia, Marocco, Libano, Kenya, Palestina e Iran potrebbero incrementare le loro esportazioni verso la Russia. In particolare, l'organizzazione iraniana per la promozione del commercio ha annunciato che il paese ha intenzione di rimpiazzare l'Europa sul mercato russo. Molte provincie vogliono infatti prendere parte alla fiera WorldFood Moscow (15-18 settembre 2014) per stabilire nuovi contratti per la fornitura di agrumi, kiwi, melograni e uva.
Fonte: hortoinfo.es / freshplaza
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