E' proprio in merito ad un modesto consumo che sarebbe stato coniato un nuovo termine: "reducetariano", colui che riduce il consumo di carne (carne rossa, pollame, pesce e carne di qualsiasi altro animale) nella propria dieta, scegliendola di qualità quando la mangia. Il termine è stato creato da Brian Kateman, giovane ricercatore della Columbia University.
Il reducetarianesimo è un'identità, una comunità e un movimento, composto da individui che intendono mangiare meno carne; il concetto è interessante, perché non tutti sono in grado di eliminare completamente la carne dalle loro diete.
I vantaggi dell'essere reducetariano sono almeno tre:
- limitando il consumo di carne e mangiando più frutta e verdura, si vive di più, in maniera sana e si è più felici;
- si fissano degli obiettivi gestibili e quindi attuabili per limitare gradualmente il consumo di carne;
- mangiare meno carne è importante per il benessere degli animali e dell'ambiente, perché si riducono le emissioni di gas serra su cui la produzione di carne incide per il 20% del totale e anche la quantità di acqua (cfr. FreshPlaza del 18/04/2014).
L'invito del reducetarianesimo è quello di ridurre il consumo di carne almeno per trenta giorni. Passato il mese, l'auspicio è che questo diventi uno stile di vita da cui non si torna indietro, a differenza di quanto accade invece nell'alimentazione vegetariana che, secondo un sondaggio dello Humane Research Council, è poi abbandonata dall'84% di chi l'abbraccia.
Un paio di suggerimenti per riuscire nell'impresa più facilmente: se si mangia carne a pranzo, non consumarla a cena; scegliere un giorno a settimana in cui non mangiare alimenti di origine animale; ridurre le porzioni.
Per maggiori informazioni: www.reducetarian.com
Elaborazione FreshPlaza su diverse fonti