E' finita l'estate: grandine in Emilia e in Irpinia
"Anche se è ancora presto fare una reale stima dei danni – commenta l'organizzazione agricola regionale – siamo di fronte a perdite, tra mancati raccolti e strutture, di diversi milioni di euro e ci sono tutte le premesse per chiedere lo stato di calamità".
Nelle province interessate - Ferrara, Modena e Reggio Emilia - le produzioni più danneggiate sembrano essere le pere, in pieno periodo di raccolta, ma anche uva, mele, angurie, pomodoro, seminativi.
Nell'alto Ferrarese, nei comuni di Cento e Bondeno, oltre alla grandine si è abbattuta anche una tromba d'aria che ha provocato danni a capannoni e fienili.
A Ferrara sono stati colpiti, oltre allo stesso capoluogo, anche i comuni di Vigarano, Mirabello, Masi Torello. Nella Bassa ferrarese, colpiti Tresigallo e Formignana. In provincia di Modena sotto la grandine sono finiti i comuni di Concordia, San Possidonio, Mirandola, Massa Finalese, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Camposanto, Novi, Sorbara. A Reggio Emilia, devastate la campagne di Novellara, Luzzara, Boretto, Guastalla, Rolo.
Pereti e meleti sono dunque i frutteti più colpiti, con danni che superano il 60% e in maggioranza si avvicineranno al 100%. In particolare, ne risentirà la produzione di pere di cui Modena e Ferrara sono i maggiori produttori in Italia. Pesantissima anche la situazione dei vigneti a Modena e Reggio Emilia: dove il maltempo ha colpito, i viticoltori vedono svanire il raccolto di quella che si presentava come una grande annata sia in termini di qualità, sia in quantità. Nel Reggiano perso l'ultimo raccolto delle angurie e annullati i raccolti di mais, pomodori, uva.
Intanto, la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con i territori e le associazioni agricole, sta effettuando la stima dei danni e procederà con le Province alla delimitazione delle aree colpite ieri, nella Bassa emiliana e nel Ferrarese, dai nubifragi con grandine. Lo rende noto l'assessore all'agricoltura Simona Caselli.
"Si tratta - spiega l'assessore - delle azioni necessarie per attivare lo stato di calamità e tutti gli istituti possibili a sostegno degli agricoltori, quali sgravi fiscali e contributivi, oltre che risarcimenti assicurativi".
Irpinia
In Irpinia le cose non sono andate meglio. Venti minuti di grandine e i raccolti sono andati distrutti. Uva, pomodori, nocciole e castagne, i prodotti che reggono la maggior parte dell'economia dell'Irpinia sono stati proprio i più colpiti. Una "bomba d'acqua" ha flagellato Avellino e le zone dell'hinterland: Mandamento, Vallo Lauro, i dintorni del Partenio e la Valle Caudina.
Il bilancio dell'acquazzone è terribile. Molti agricoltori hanno visto distrutto il proprio raccolto: letteralmente rovinati i pomodori, seri danni anche ai vigneti. Anche i castagneti sono stati distrutti per la maggior parte. Ora al lavoro ci sono agricoltori che stanno cercando di salvare il salvabile.