Biologico: due miliardi di euro di vendite per il comparto food
La quota del food nel mercato bio specializzato ammonta all'88%; 672 sono i milioni di euro di fatturato food dei negozi specializzati.
Stima del mercato retail dei prodotti biologici in Italia nel 2014 - area alimentari
Fonte: Stime Ismea su dati Istat, Nielsen, Federfarma, Bio Bank, Assobio, Mise, Federdistribuzione e referenti privilegiati della distribuzione specializzata. Clicca qui per un ingrandimento della tabella.
Per i supermercati passa quasi il 50% delle vendite bio
Nella Grande distribuzione organizzata (GDO) le vendite di prodotti bio a peso fisso sono riconducibili soprattutto ai supermercati e agli ipermercati. Al primo canale afferisce il 48% delle vendite, mentre nel secondo caso si arriva a coprire una quota del 38%; 4% per i discount.
Nei supermercati, il 61% delle vendite è realizzato nei punti vendita da 1.000 a 2.500 metri quadrati e il restante 39% in quelli tra 400 e 999. Negli ipermercati il sell out è concentrato soprattutto sugli esercizi con estensione da 2.500 a 5.000 mq (59% il loro peso), mentre quelli da 5.000 a 8.000 (22%) e oltre 8.000 (19%) coprono una quota più contenuta.
Nel 2014 e nel primo semestre 2015 le vendite di biologico nella GDO sono cresciute diffusamente in tutte le categorie di prodotto, in tutte le aree geografiche e in tutti i relativi canali distributivi. Tra le varie categorie di prodotto spicca l'incremento sia nello scorso anno che in quello in corso per i derivati dei cereali (+19 e +28% circa rispettivamente) e per gli ortaggi freschi e trasformati (+14% e +21,8%).
Distribuzione per area geografica
Nel 2014, le vendite distinte per area geografica si sono concentrate soprattutto al Nord, dove ricadono i due terzi degli acquisti. Un quarto delle vendite è afferente al Centro e alla Sardegna, mentre la restante quota (9% circa) è di competenza del Sud.
Rispetto all'agroalimentare in generale, il comparto bio presenta un'incidenza ben più elevata nel Nord-Est e molto meno alta al Sud.
L'ortofrutta corre di più nel circuito della distribuzione specializzata
Nel mercato biologico, le private label (marchio del distributore) sono abbastanza diffuse nel circuito della distribuzione specializzata, seppure con incidenze molti differenziate in funzione dei punti vendita. Nelle catene di maggiori dimensioni non arrivano, mediamente, al 5% di quota, ma in altre realtà possono raggiungere anche una rappresentatività del 20-25% del venduto.
Riguardo ai diversi comparti, l'ortofrutta raggiunge un'incidenza del 10% (che può arrivare fino al 18%) rispetto al totale fatturato. Nello specializzato, tra l'altro, frutta e ortaggi mostrano da alcuni anni tassi di crescita più accelerati rispetto alla media del mercato biologico di reparto, considerando tutti i canali.
Confagricoltura: cresce l'export del Made in Italy biologico
Sulla base dei dati dello studio di Sinab, Inea e Nomisma, nel 2014 le vendite di prodotti agroalimentari italiani certificati bio ammontano a 1,4 miliardi di euro e rappresentano il 4% dell'export agroalimentare italiano.
Le aziende bio - ricorda Confagricoltura in base ai dati diffusi in occasione del Sana - sono sempre più proiettate verso i mercati esteri e oltre il 74% di esse è presente sui mercati internazionali da oltre 5 anni. Le principali destinazioni sono Germania (24%), Francia (20%) e Paesi del Nord Europa in generale. Il primo mercato extra-UE è quello degli USA (+4%). La frutta e la verdura fresca rappresentano i primi prodotti di esportazione (+20%) seguiti dalle bevande vegetali (+16%).
Secondo i dati Nomisma la propensione a cercare mercati di sbocco all'estero crescerà nei prossimi anni. Infatti ben il 57% delle aziende bio italiane si sta attrezzando; quasi 8 su 10 aziende prevedono un incremento del fatturato estero a marchio biologico nei prossimi tre anni. Quello del bio è settore in netta espansione e che rappresenta un sicuro reddito per le aziende agricole e un impatto positivo per l'ambiente.