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Crollo del 30% nei volumi

Israele: ridotti da 50 a 10 gli esportatori per il settore dei peperoni

Dopo tre anni drammatici di fila per i coltivatori di peperoni israeliani, in questa stagione gli effetti della crisi non hanno mancato di manifestarsi. La produzione è crollata, passando dalle circa 130mila tonnellate nella scorsa stagione alle 90-95mila ton previste per la prossima (-30%). Nonostante la magra degli anni scorsi e l'inizio ritardato della prossima stagione, Malou Even della Arava Export Growers si augura che questa possa essere una stagione positiva per i suoi soci coltivatori.


Malou Even
 
L'inizio ritardato della stagione, che si collocherà probabilmente per la terza settimana di novembre, si deve al caldo estremo registrato ad agosto e settembre. "I primi frutti sono andati perduti a causa delle temperature elevate. Perciò cominceremo tardi, proprio come gli spagnoli - ha detto Malou - La Spagna ha infatti ugualmente a che fare con un ritardo nella stagione, provocato anche da pesanti piogge. Bisogna stare a vedere cosa succederà all'inizio della stagione

Crollo della produzione 
L'enorme calo della produzione israeliana di peperoni è avvenuto in parte perché non era più redditizio portare avanti questa coltivazione destinata all'export; ma parte della colpa è anche del governo locale. La rappresentante di Arava ha spiegato: "Il governo ha fornito sostanziali contributi, mediante sussidi ai coltivatori, per passare ad altri prodotti".

I coltivatori hanno dunque optato soprattutto per datteri e melanzane. Queste ultime sono destinate al mercato locale. "Per l'export c'è bisogno di melanzane brillanti. Al momento della raccolta, sono così anche le nostre ma quando arrivano in Europa sono opache e il consumatore non le vuole - ha continuato Malou - I datteri invece sono tradizionalmente un prodotto israeliano d'esportazione molto apprezzato. Perciò per molti agricoltori, i datteri hanno costituito l'alternativa ideale. C'è da dire, d'altra parte, che le palme hanno bisogno di tre anni per fruttificare e solo a sette anni sono pronte per la piena produzione; ma apparentemente ciò non ha scoraggiato i coltivatori israeliani... alcuni di loro hanno piantato le palme da dattero tra le piante di peperoni e hanno interrotto la produzione dei peperoni".

Ridimensionato il numero degli esportatori di peperoni

Ovviamente, oltre a esserci meno coltivatori, anche il numero di esportatori di peperoni si è drasticamente ridotto. Dei cinquanta che operavano in Israele, ne sono rimasti circa una decina. Malou ha precisato: "Non si tratta di esportatori che spediscono un container ogni tanto, ma operatori che lavorano regolarmente, con continuità. Arava Export Growers è il più grande esportatore di peperoni di Israele e, pur in condizioni difficili, riesce a mantenere gli stessi volumi, mentre altri sono costretti a fermarsi. C'erano anche molti coltivatori che effettuavano direttamente l'esportazione. Non tutti sono riusciti a rimanere a galla, proprio a causa della crisi del comparto".



Anche l'anno scorso è stato difficile. All'inizio c'erano molte speranze per l'embargo russo, che sembrava essere molto positivo soprattutto per Israele, ma a metà stagione dei peperoni il Rublo è crollato. "Molti esportatori che erano passati a rifornire il mercato russo hanno perso molti soldi. Inoltre, alcuni esportatori hanno avuto anche difficoltà a farsi pagare dai clienti".



Anche Arava Export Growers si è concentrata maggiormente sulla Russia, ma ha voluto mantenere almeno il 40% dei suoi volumi per i clienti dell'Europa occidentale. "Voglio continuare a rifornire i nostri clienti fissi, in modo da mantenere la fidelizzazione della clientela e non dar loro l'impressione di averli dimenticati. Non è stato facile riuscire a sopravvivere, ma nel complesso le condizioni sono state buone".

Per maggiori informazioni:
Malou Even
Arava Export Growers Ltd.
Tel : +972 3 9728104
Email: [email protected]
Web: www.arv.co.il
Data di pubblicazione: