La cimice asiatica Halyomorpha halys rappresenta una minaccia anche sul nocciolo
Halyomorpha halys (Hemiptera: Pentatomidae) è una cimice originaria dell'Asia orientale, dove si comporta come fitofago occasionale su svariate colture. Presenta un'elevata polifagia, annoverando fra le piante ospiti fruttiferi, ortaggi, seminativi e ornamentali.
La specie è stata segnalata in Nord America nel 2001 e in Europa nel 2004. In Piemonte, dopo alcuni anni di allerta in seguito ai ritrovamenti nella vicina Svizzera nel 2007 e in Emilia Romagna nel 2012, H. halys è stato rinvenuto per la prima volta nell'agosto 2013 in un impianto di nettarine ubicato a Cuneo.
Nel 2014 è stato rilevato, sempre nella provincia di Cuneo, in impianti di pero, nashi e nettarino dove ha causato danni economicamente importanti. Nel 2015 è stato poi segnalato a partire già dal mese di maggio, su tutto il territorio piemontese e su varie colture, fra cui melo e mais, con perdite economiche talora notevoli.
Anche su nocciolo H. halys è in grado di arrecare gravi danni alla produzione causando il cimiciato, il ben noto difetto evidente sui semi determinato dalle punture delle cimici. Da indagini è emerso che la cimice asiatica è ben più dannosa delle cimici indigene Gonocerus acuteangulatus e Palomena prasina.
Nella Langa, zona d'elezione della corilicoltura piemontese, pur essendo stata riscontrata, la cimice asiatica non ha dato origine a elevate infestazioni e di conseguenza a danni economici. Al contrario, presenze preoccupanti, e in alcuni casi già a inizio stagione, sono state osservate in alcuni corileti di pianura nell'area compresa tra Fossano e Carrù.
Recentemente il settore corilicolo ha presentato un'espansione territoriale anche in zone non tradizionali, sulla spinta dei prezzi altamente remunerativi di questi ultimi anni. Come già accaduto negli Stati Uniti, anche i corilicoltori piemontesi dovranno prepararsi ad affrontare questa nuova avversità.
Al momento attuale, sono in corso studi volti a valutare l'efficacia di diverse tipologie di trappole per il campionamento e di mezzi di lotta ecocompatibili, come l'impiego di limitatori naturali, piante attrattive - su cui concentrare e controllare il fitofago - e barriere meccaniche. La lotta chimica non rappresenta la soluzione al problema poiché H. halys pare in grado di ricolonizzazione rapidamente la coltura.
Nonostante ciò, è buona norma collocare i trattamenti a disposizione dell'agricoltore nel momento più utile per colpire anche la cimice asiatica. Prove condotte hanno mostrato che principi attivi come lambda-cialotrina ed etofenprox (autorizzati su nocciolo per la lotta alle cimici) sono efficaci se distribuiti quando l'insetto è presente sulla coltura. Di conseguenza assume ancora più importanza un serio monitoraggio per individuare il momento in cui gli adulti svernanti colonizzano la coltura e intervenire con il mezzo chimico nelle prime fasi del ciclo.
Contatti:
Dr Luciana Tavella e Dr Marco Pansa
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) - Università degli Studi di Torino
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