Ad oggi le piante che – ci riferiscono – sono state più colpite sono quelle della precoce Bigarreau e le cause sono da ricercarsi in primis in quest'inverno anomalo. "Il ciliegio – ci spiega l'agronomo – ha bisogno di un certo numero di ore di freddo, specie a dicembre, gennaio e ai primi di febbraio: la pianta deve andare in riposo vegetativo, d'inverno. Ma stavolta il clima è stato mite, senza freddo e con poca acqua, così le piante sono andate in vegetazione anticipata di almeno 20 giorni rispetto alla media. Le Bigarreau sono andate in fioritura da fine febbraio e lo sono state per tutto marzo; durante la fioritura, inoltre, abbiamo registrato dei momenti di caldo umidi e afosi".
Il risultato è stata una fioritura anomala un po' per tutte le varietà. "La fioritura – continua l'agronomo – è stata scalare, normalmente non è così. Il verde è arrivato prima; sulle piante avevamo e abbiamo tuttora, per quelle ancora in fioritura, sia fiori sia foglie e sugli stessi brindilli abbiamo sia gemme in fioritura che non".
A complicare la situazione ci si sarebbe poi messo il meteo dell'ultimo periodo, che avrebbe dato un'altro colpo alle Bigarreau e una prima stoccata alle Ferrovia. Spiega infatti l'agronomo che "La scorsa settimana abbiamo avuto punte di 27/28 gradi, con crolli poi anche a 7 gradi. Domenica ce n'erano 34, oggi (ieri per chi legge, ndr) 28,5. Questo ha bruciato molti dei fiori e portato a piccioli molto corti". Ancora presto per parlare di numeri esatti su una potenziale mancata produzione, ma le cifre che girano tra i produttori non sono irrilevanti, mentre per la Giorgia si parla solo di qualche danno.
Tuttavia, al di là della mancata produzione, i timori sono ora anche quelli di un ulteriore aggravio dei costi di produzione. Ci riferisce infatti l'agronomo che "normalmente Ferrovia ha una maturazione abbastanza omogenea, più di Bigarreau, questo significa che già nel primo stacco si raccoglie anche il 70% dei frutti, mentre gli altri si raccolgono nel secondo (altre varietà necessitano invece più stacchi, ndr). Quest'anno però, con questa fioritura così scalare, la raccolta sarà effettuata in più passaggi, con un conseguente aggravio dei costi. Senza parlare dei trattamenti. Solitamente si fanno pre fioritura, altri per la fioritura, ma con così tante fasi fenologiche presenti contemporaneamente sulla pianta, come faranno gli agricoltori a trattare?".
I rischi potenziali sono anche più a lungo termine: "Se dovessimo ancora registrare caldo eccessivo e afa – riprende – e l'agricoltore non dovesse intervenire adeguatamente irrigando o concimando, a rischio ci sono le gemme di maggio, quelle che servono per l'anno prossimo: molti produttori stanno pensando 'quest'anno la pianta non m'ha dato niente, io no gli do niente', ma questo sarebbe un comportamento molto sbagliato e pericoloso". Insomma si stanno facendo i conti con un inverno e una primavera in pieno climate change. "Se dovessimo avere più anni come questi, con inverni come questi – chiosa l'agronomo – allora potrebbero esserci danni ben maggiori sulle piante, con scompensi vegetativi irreversibili".