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Nocciolo: l'Italia conta per l'11% in superficie e per il 13% in produzione a livello mondiale

Lunedì 23 maggio 2016, presso l'Aula Magna del Complesso Monumentale di San Pietro, a Perugia si è tenuto il convegno "Sostenibilità ed opportunità di sviluppo economico nella coltivazione del nocciolo: linee di ricerca ed esperienze".

L'iniziativa è stata organizzata dall'Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali e dalla Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia, nell'ambito delle azioni di promozione della coltivazione, produzione e commercializzazione della piante di nocciolo, con particolare riferimento alla nuova varietà vegetale denominata "Tonda Francescana", ottenuta dai ricercatori dell'Ateneo, titolare del relativo brevetto.

Il confronto scientifico è stato avviato da Mario Schiano lo Moriello, di ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – con una relazione sul tema: "Organizzazione economica per una filiera competitiva". Di seguito alcuni passaggi.

Dal 1961 a oggi, la produzione di nocciole è aumentata a un ritmo medio molto sostenuto (+6,3% all'anno) grazie all'aumento sia dell'area coltivata (+1,4% all'anno) sia della resa di produzione (+5,1% all'anno). Per l'Italia, la crescita media annua della produzione è del 4,3%, di cui il 3,5% in più è riconducibile alla crescita media annua della resa e lo 0,8% a quella della superficie investita.

Trend superficie coltivata e produzione mondiale (1961-2013)

Fonte: FAO. Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

In termini di superficie e produzione, leader mondiale è la Turchia con una percentuale, rispettivamente del 68 e del 64%. L'Italia conta per l'11% in superficie e per il 13% in produzione.



Fonte: FAO. Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

In Italia, la produzione coricola si concentra in quattro principali regioni: Campania (Avellino, Salerno, Napoli, Caserta), Lazio (Viterbo), Piemonte (Cuneo, Asti, Alessandria) e Sicilia (Messina).


Fonte: elaborazione su dati Istat Congiunturali

Ad oggi nel settore della frutta a guscio risultano essere operative sette Organizzazioni di Produttori (OP). Il valore della produzione commercializzata dalle OP nel 2014 ammonta a 88 milioni di euro, corrispondenti a 34.650 tonnellate di prodotto.

Le OP sono concentrate principalmente in Piemonte e nel Lazio, dove commercializzano il 50% della produzione totale; la quota scende al 30% se si considera il totale della produzione nazionale. La produzione che le OP riescono a intercettare in Campania e in Sicilia è scarsa o nulla.

Se si parla di prezzi, nel periodo dicembre 2015-marzo 2016 il prodotto italiano mostrava una quotazione superiore o pari a quella delle nocciole turche: 4,00-3,50 euro/kg per la Tonda Gentile Romana italiana (a maggio 2016: circa 3,30 euro/kg) contro 4,00-3,30 euro/kg della Tombul turca e 3,30-3,00 euro/kg della Levant turca.


Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

I costi di produzione delle nocciole in Italia
Facendo riferimento a un'azienda agricola di tipo professionale, irrigua con nessuna particolare criticità di tipo agronomico, i costi di impianto e gestione del corileto nei primi 4 anni (per 1 ettaro) sono stimati a 10.000 euro per: preparazione del terreno (scasso, concimazione di fondo, erpicatura, e altro); piantumazione (squadro, scavo buche, acquisto piante, messa a dimora piante, e altro); allevamento e gestione (diserbo, concimazione, potatura, spollonatura, irrigazione, e altro).

A regime, si stimano ricavi per 6.500 euro/ettaro all'anno e costi di gestione per 3.500 euro/ettaro all'anno (senza ammortamenti macchine e attrezzature) o 4.500 euro/ettaro all'anno (con ammortamenti macchine e attrezzature).