Alla pera mancano tante cose che fanno male alla salute: Luca Granata lo spiega ai giornalisti
Paolo Bruni del Cso in due minuti di videointervista riassume il trittico di incontri a Ferrara - clicca su Play per ascoltarlo.
L'Italia ha un record. E' il Paese al mondo che produce più pere, ed è una produzione trasversale. E' il più italiano dei frutti. Potrebbe essere eletto il frutto simbolo della nazione. E' molto consumato, è il 5° in classifica nel mondo e in Italia ha un indice di penetrazione del 90%.
Bruni ha lanciato una provocazione: ma la pera è un frutto vecchio o moderno? Precisa la risposta di Granata. "E' moderno perché soddisfa non solo i bisogni, ma anche i desideri presenti e futuri delle persone. Non è il contenuto di tecnologia, ma la capacità di soddisfare i desideri a decretare un frutto moderno. E la pera lo è".
Veduta parziale della saletta dove si sono tenuti gli incontri con i giornalisti nell'ambito del Festival Internazionale a Ferrara.
Il manager ha continuato elencando i "senza della pera", una sorta di "decalogo" che andrebbe comunicato a tutti i consumatori: "La pera è 'senza' tutte quelle cose che fanno male. E' senza olio di palma, o grassi saturi, senza colesterolo, senza lattosio, senza glutine, senza alcol, senza zuccheri aggiunti e senza Ogm. Per noi del settore è ovvio. Ma per i consumatori non è così banale.
E ancora: ha zero grassi e solo 40 calorie per 100 grammi di polpa, ideale per le diete ipocaloriche. E' un frutto nutraceutico, ricchissimo di acqua pura filtrata dalle radici – ha aggiunto fra il serio e il faceto – di potassio e di calcio, ma molto povero di sodio. Quindi è fantastico per la reidratazione.
Sono cose scontate? Pensate che c'è un'acqua minerale che ha basato la sua comunicazione sul fatto che fa fare tanta 'plin plin', ma qualsiasi acqua fa fare la relativa 'plin plin', ovvio no? Però voi tutti avete in mente questo abbinamento e vi viene anche in mente di quale marca stia parlando".
Da sinistra Luca Granata, Paolo Bruni e Mirella Giuberti.
"E' un prodotto etico, 100% italiano – ha sottolineato Granata - prodotto da 3000 aziende e non da una multinazionale; quindi consumandolo si aiuta l'economia locale e nazionale, si sostengono aziende agricole che presidiano il territorio. Conoscete un frutto più moderno di questo? Io no. Sono i nostri occhi a essere vecchi, perché non guardiamo quel che abbiamo in mano con una prospettiva diversa. E la nostra inabilità a comunicare. Siamo ignoranti: non nel senso che siamo stupidi, ma nel senso che ignoriamo tante cose. Voi giornalisti dovete combattere l'ignoranza e trasmettere le corrette informazioni".
Alcuni dei produttori presenti.
La nutrizionista Mirella Giuberti ha confermato che si tratta di un frutto nutraceutico. "Nella pera non ci sono proteine, non ci sono grassi, quindi l'apporto calorico è molto limitato. Lo zucchero più presente è il fruttosio. E se il glucosio per essere utilizzato necessita della produzione di insulina, il fruttosio non ha questa necessità e quindi vantaggioso per quei soggetti che hanno una ridotta tolleranza al glucosio. In più presenta un altro zucchero, il sorbitolo, ipocalorico e che non viene completamente assorbita a livello intestinale. Inoltre non dimentichiamo che questo frutto contiene fibra: sia cellulosa che favorisce prima il senso di sazietà, poi la peristalsi intestinale; ma contiene anche un tipo di fibra (pectine) utile a livello metabolico, perché rallenta l'assorbimento del glucosio e del colesterolo. Da ultimo, ha un effetto antiossidante grazie alle antocianine e alla zeaxantina con protezione dell'occhio.
Granata mostra la confezione da 4 frutti.
"Non trascuriamo che la pera è buona, buonissima da mangiare" ha detto Granata, cimentandosi anche in qualche ricetta-proposta facile facile: "Due pezzettini di gorgonzola, quattro tocchetti di Abate, due noci e un po' di indivia: vedrete che insalatina vi viene fuori. Oppure non azzardatevi a prendere una Kaiser matura, una scaglia di Parmigiano Reggiano e un bicchiere di Lambrusco. Altrimenti, libidine assoluta, pera con cioccolato fondente e un alcolico da meditazione. Insomma, la potete mettere a tutto pasto, sta bene in tutte le ricette della tradizione italiana: primi, secondi, contorni e dessert. E poi è buona da sola. Vi sfido a trovare un frutto analogo che abbia tutte queste proprietà e sia così versatile. Nonostante tutto questo, si fa fatica a venderlo, quindi abbiamo spazio per fare meglio".
Take away, una pera matura protetta in pec alimentare monofrutto
Ma come incrementare i consumi di pera? Il direttore di Opera ha mostrato alcuni facilitatori di consumo. La protezione in pet alimentare per un frutto alla volta, da portare in ufficio, da dare ai bambini a scuola oppure da avere con sé come snack quando si va a passeggio. Ingombra meno di una bottiglietta d'acqua. "Si chiama Take away, che fa anche vagamente 'figo'. In altre parole è un porta-pera. Poi proponiamo la confezione da 4 frutti, per salvaguardare il frutto maturo dagli urti. E poi lo 'spicchia-pera', un attrezzino che crea gli spicchi. Va mangiata con la buccia, perché è lì che ci sono molti nutrienti e fibra. Dobbiamo dare frutta buona ai consumatori. Una pera dura come il legno con il gusto del cartone non la mangia nessuno. La pera deve essere fondente, cioè matura al punto giusto. Ma fondente è delicata, quindi va protetta. Andiamo a migliorare la cosiddetta eating experience".
Lo spicchia-pera, per tagliare il frutto in maniera veloce e senza sporcarsi.
Non è assolutamente vero che la frutta vada mangiata solo a casa. Va mangiata in ogni momento, al posto di tutti i preparati industriali ricchi di grassi e zuccheri che si mangiano al bar, al ristorante, davanti alle macchinette distributrici di snack. Ma per fare questo "salto" occorre che la frutta sia buona, matura al punto giusto e facile da consumare.
Da ultimo Granata ha dato una notizia, il lancio "di una grande campagna di comunicazione che si farà sulle principali televisioni dalla metà del mese di novembre. "Non è una gran notizia – ha concluso Luca Granata - o meglio, la notizia è che nessuno l'avesse ancora fatta. Ma noi del mondo agricolo arriviamo sempre per ultimi, salvo rarissimi casi".