Il Datterino di Pachino IGP punta alla Gdo nazionale
La modifica del disciplinare di produzione della IGP è stato un procedimento complesso che ha coinvolto sia la Regione Sicilia sia il Ministero delle Politiche agricole e alimentari, il quale ha istituito un'apposita commissione per la valutazione dei requisiti delle nuove varietà.
"In questo momento - spiega Salvatore Francavilla, il tecnico che ha seguito l'iter - ci troviamo nella fase in cui sono trascorsi i tre mesi in cui gli altri paesi membri potevano sollevare opposizioni. Se nessuna obiezione è stata notificata a Bruxelles da parte di soggetti interessati, a breve sarà emesso dalla Commissione il decreto definitivo e sarà modificato il piano dei controlli da sottoporre al Ministero. Da lì inizierà la certificazione del nuovo prodotto".
Si tratta di un'importante novità per tutto il comprensorio produttivo che ricade all'interno del territorio individuato dal disciplinare di produzione. Joe Fortunato, direttore dell'omonima azienda siciliana Fortunato Srl, commenta a FreshPlaza: "L'IGP garantisce al datterino di Pachino la differenziazione sul mercato, ad esempio da altri prodotti locali, come quello di Vittoria. Ora l'obiettivo è creare una corsia preferenziale all'interno della Grande distribuzione nazionale; è in Italia, infatti, che si punta a raggiungere uno dei primi risultati: far inserire il Datterino IGP tra le referenze offerte nei reparti ortofrutticoli in ogni gruppo distributivo".
"Il Consorzio di tutela si sta muovendo, inoltre, per incentivare gli acquisti esteri di prodotto IGP". Joe spiega che all'estero è già difficile far riconoscere il ciliegino IGP come prodotto d'eccellenza, quindi sarà necessario un impegno doppio. "Grazie all'indicazione geografica protetta, poi, i mercati dovrebbero commercializzare maggiori volumi di prodotto".
Il commento del Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino
"Da anni lavoriamo su questa tipologia di pomodoro che incontra un grande apprezzamento da parte del mercato - spiega Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio - Questa misura ci permetterà di valorizzarlo rispetto a pomodori di altra provenienza. Per la produzione rappresenterà un valore aggiunto, che contribuirà ad aumentare il reddito di chi lo produce. La previsione è di un aumento per i volumi certificati dal Consorzio".
Il riscontro sarà anche di tipo economico per tutti i produttori, come sottolinea il direttore del Consorzio Salvatore Chiaramida. "Con questa variante, anche le aziende che non producono ciliegino o costoluto hanno l'opportunità di fregiarsi del marchio IGP. Di conseguenza, si amplierà la platea dei potenziali soci che possono far parte del Consorzio e usufruire delle azioni di tutela e promozione. Inoltre, c'è la possibilità di ottenere un prezzo di vendita maggiore del 20-25%, che si traduce in una redditività e marginalità superiori".