
Questi i membri della delegazione italiana: Giandomenico Consalvo; Alberto Von Sonthagh, direttore FENO, Egna (BZ); Matteo Mazzoni, Vivai Mazzoni, Ferrara; Roberto Savini, direttore Vivai Dalmonte Guido e Vittorio, Faenza (RA); Oriano Navacchi direttore laboratorio Vitroplant, Cesena (FC); Giuliano Dradi, direttore Vivai Battistini, Cesena; Jacopo Diamanti, responsabile ricerca e sviluppo Vivai Salvi, Ferrara.
"Abbiamo conosciuto una realtà davvero importante - spiega Consalvo - inserita in un contesto, quello cinese, che ha numeri per noi difficilmente immaginabili. Ma dal viaggio, al di là dei dettagli tecnici, abbiamo capito una cosa: qualsiasi mercato, anche quello cinese, è affrontabile solo se ci presentiamo uniti come sistema italiano. Loro ci apprezzano e conoscono le nostre qualità, forse ancor più di noi. Ma hanno bisogno di volumi che nessuna azienda italiana può soddisfare singolarmente. Ecco perché dobbiamo fare massa".

Incontro con i rappresentanti dell'ambasciata. Secondo da sinistra, Enrico Berti, primo segretario dell'ufficio commerciale ed economico a Pechino.
Le piante estere entrano in Cina solo dopo intesa bilaterale specie per specie.
Uno dei membri della delegazione, Giuliano Dradi della Vivai Battistini di Cesena, spiega i dettagli legati all'export di piante: "E' tutta una questione burocratica. Fino a un massimo di 50 piante per volta - quindi a scopo di campo prova - si può esportare dall'Italia senza problemi. Per quantità superiori, occorre il via libera dalle autorità cinesi. Un po' come per la frutta fresca, se vogliamo fare un paragone, dove occorre concordare un protocollo. E' certo che se un'azienda delle dimensioni di quella che abbiamo incontrato fa presente alle autorità le proprie esigenze, i tempi per il via libera possono essere brevi. Dal punto di vista delle certificazioni, noi abbiamo tutte le carte in regola".

Il Civi raggruppa quasi il 99% delle realtà vivaistiche italiane. Le potenzialità per soddisfare esigenze come quelle di Haisheng sono reali, però non procedendo in ordine sparso. Il gruppo cinese deve aumentare la propria produzione di mele perché non riesce a soddisfare la domanda interna di succo. Allo stato attuale, la superficie investita a mele è 40 volte superiore a quella di tutto il Trentino Alto-Adige ma, naturalmente, per una popolazione così numerosa ancora non basta. Durante la visita, i vivaisti hanno ricevuto richieste specialmente per pomacee, kiwi, mirtillo, ciliegio e agrumi.

Nella foto, il presidente Consalvo con il responsabile Haiseng Group
Un altro incontro è stato quello con la rappresentanza degli importatori/esportatori di frutta cinesi. Anche in questo caso è emersa la necessità di un dialogo diretto fra il rappresentante cinese e un unico referente italiano.
In Cina necessitano di tutte le tipologie di piante: non solo mele, ma anche drupacee, pere, piccoli frutti.
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La base sociale del CIVI-Italia conta su una rete di infrastrutture interamente gestite dai propri associati:
•26 Centri di moltiplicazione presenti in 10 regioni con 150 ha di piante madri;
•2.200 ha di vivai che ogni anno danno lavoro per oltre 5,5 milioni di giornate lavorative, e che permettono di sviluppare le seguenti produzioni:
•61.000 piante di agrumi
•200.000 piante di olivo
•9,3 milioni di piante da frutto
•29 milioni di portinnesti di fruttiferi
•150 milioni di piantine di fragola
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