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Prezzo del pomodoro, i commenti di Coldiretti e Confagricoltura

Produttori in ginocchio e l'Emilia-Romagna che rischia di perdere una coltura strategica del territorio. "Sempre peggio, da 92 a 79,75 euro a tonnellata negli ultimi due anni. Gli agricoltori non possono accettare una decurtazione del prezzo indecente e, oserei dire, inammissibile pari al 15%" è il commento del presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Gianni Tosi, dopo l'intesa quadro 2017 del pomodoro da industria del Nord Italia, chiuso ieri sera a 79,75 euro a tonnellata che varranno, però, ed esclusivamente, con una produzione non superiore a 1.700.000 tonnellate.

Sopra tale soglia, infatti, scatterà la penalità di 20 euro a tonnellata, ovviamente a carico del produttore. "Un'ulteriore ammenda - aggiunge il presidente regionale di Confagricoltura - inaccettabile per l'agricoltore, l'unico che continua a pagare il prezzo più alto e che si accolla di fatto la debacle finanziaria di una filiera produttiva inefficiente perché guidata da Organizzazioni dei Produttori incapaci di programmare e tutelare gli interessi e la redditività delle aziende agricole".

Ancora: "Che ruolo hanno giocato nella trattativa le strutture di trasformazione gestite da rappresentanti delle Op e del mondo agricolo se il prezzo concordato alla fine è risultato così penalizzante per i produttori?".

Commenti anche da parte del presidente Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello. "La chiusura dell'accordo 2017 per il pomodoro da industria, oltre che tardiva, è anche pessima, come risulta chiaramente dalla fissazione di un prezzo che non consente la remunerazione adeguata del prodotto e lascia solo lavoro e rischi a carico degli agricoltori".

"Il prezzo di 79,75 euro a tonnellata è perfino impronunciabile - afferma Tonello - con l'introduzione di cifre centesimali che sanno quasi di presa in giro, come se si trattasse di oro, dove i centesimi fanno davvero la differenza. Nel settore del pomodoro, con la tabella dei difetti e degli scarti che viene applicata a seconda di quanto si vuol pagare, neanche un euro a cifra tonda riuscirebbe a far la differenza, figuriamoci i centesimi".

Secondo il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, l'accordo "con le regole attuali non lascia spazio agli agricoltori. Le Organizzazioni di prodotto - sostiene Tonello - non hanno nessun potere contrattuale e sono organismi che, sostenendosi economicamente sulla base dei quantitativi di pomodoro che contrattano, non guardano più la redditività e gli interessi dei produttori. Questi ultimi - afferma Tonello - oggi si ritrovano un accordo firmato dopo che avevano già ordinato le piantine, lavorato i terreni e concimato. Quello che una volta veniva chiamato oro rosso, è diventata ruggine".

"Da parte nostra – conclude Tonello - continueremo a lavorare per cambiare questo sistema e introdurre strumenti diversi, come il distretto, e regole diverse come l'introduzione dell'origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro e non solo per la passata".

Fonte Agi
Data di pubblicazione: