La Conferenza IKO (International Kiwifruit Organization), giunta quest'anno alla 37ma edizione e ospitata in Francia, è stata come ogni anno l'opportunità per conoscere lo stato della coltivazione del kiwi nei diversi Paesi; hanno partecipato all'incontro le delegazioni di Francia, Nuova Zelanda, Cile, Spagna, Portogallo, Stati Uniti e Grecia. A rappresentare l'Italia, insieme a CSO Italy una nutrita rappresentanza di importanti aziende, quali Agrintesa, Apo Conerpo, Consorzio Jingold, Naturitalia e Spreafico.
Dopo la passata stagione caratterizzata da una contenuta offerta, dovuta a molteplici problemi climatici, era lecito attendersi, per la stagione 2018/19 un aumento produttivo a livello generale, favorito dalle superfici in ripresa un po' ovunque e da una minore incidenza del maltempo.
Il Portogallo, infatti, è l'unico Paese europeo che presenta un'offerta in riduzione rispetto alla scorsa stagione. Per il 2018/19, con circa 30.000 tonnellate, ci si attende un calo del 15%. La diminuzione è dovuta a una cattiva allegagione, nonostante i calibri siano attesi in ripresa e le superfici si confermino in espansione sia nel nord che al centro del Paese. Le esportazioni durante la scorsa stagione avevano evidenziato un'espansione, grazie alla buona disponibilità dei quantitativi, superando le 16.000 tonnellate, concentrate prevalentemente nella penisola iberica.
Nella vicina Spagna, le previsioni 2018 indicano una produzione commercializzabile di poco meno di 17.000 tonnellate, +8% rispetto allo scorso anno. L'offerta spagnola tende a risalire negli ultimi anni riportandosi verso volumi ante-PSA quando si superavano le 20.000 tonnellate. Una quota predominante del prodotto disponibile viene destinata al mercato nazionale e limitati volumi sono esportati. La Spagna si conferma infatti come il maggiore importatore in Europa.
In Francia la superficie si mantiene sostanzialmente stabile, ma il progressivo rinnovamento degli impianti è uno degli obiettivi dei frutticoltori nei prossimi anni. Per la stagione entrante, ci si aspetta un volume di 60.000 tonnellate, tra prodotto a polpa verde e gialla, in lievissima ripresa (+3%) rispetto alla produzione 2017 condizionata da problemi di freddo. Il quantitativo di kiwi francese spedito sul mercato estero durante la precedente campagna commerciale è nettamente diminuito, posizionandosi sulle 13.500 tonnellate (Belgio, Germania, Spagna e Cina le principali destinazioni). Sul mercato interno appare crescente la domanda di prodotto biologico. L'Italia si conferma quale primo fornitore di prodotto estero in Francia, rappresentando ben il 34% dell'import totale.
In diversi areali produttivi della Grecia diminuiscono gli agrumi e le drupacee in favore del kiwi. Oggi l'ampiezza complessiva della coltivazione, secondo i delegati greci, ha già superato i 9.200 ettari e sono presenti impianti di recente messa a dimora ancora non pienamente produttivi. Le previsioni di produzione per la stagione 2018/19 quantificano il volume del prossimo raccolto in 220.000 tonnellate, lo stesso elevato livello della precedente annata. Sul piano commerciale, nelle ultime stagioni la Grecia è andata privilegiando come destinatari del proprio export i Paesi dell'UE e, nel corso del 2017/18, è stata più pressante la presenza in Spagna e Germania.
L'Italia, principale paese produttore europeo, dopo un'offerta eccezionalmente limitata lo scorso anno, ritorna nel 2018/19 su livelli più normali, anche se nettamente inferiori al potenziale. Con circa 373.000 tonnellate di kiwi a polpa verde, si stima infatti un +13% sul 2017, ma un -16% rispetto alla media produttiva dei quattro anni precedenti. Il totale del kiwi a polpa gialla sale quest'anno fino a superare le 60.000 tonnellate, grazie alla progressiva entrata in produzione degli impianti recentemente messi a dimora. Nel complesso, il prodotto italiano commercializzabile dovrebbe attestarsi sulle 435.000 tonnellate, +18% sul 2017.
Anche in California è prevista una produzione in incremento, pari a poco meno di 38.000 tonnellate complessive, il +9% rispetto all'anno precedente (come sommatoria di kiwi verde e giallo). Superfici in espansione e una maggior produttività spiegano questa ascesa. Il prodotto californiano viene destinato quasi totalmente nel mercato USA, su cui si segnala un crescente interesse per il kiwi biologico. La lievissima movimentazione in esportazione è destinata verso Paesi di prossimità, Messico e Canada in prevalenza.
Sintetizzando le informazioni dei diversi produttori si ricava, per la stagione commerciale 2018/19 nell'Emisfero Nord una produzione di quasi 800.000 tonnellate, il +9% rispetto allo scorso anno, su livelli simili al 2016/17.
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In linea generale quindi, nonostante la crescita produttiva rispetto allo scorso anno, se le previsioni saranno confermate a consuntivo, potremmo trovarci con un'offerta molto simile a quella del 2016, quindi è presumibile una buona gestione del prodotto.
Bisognerà però fare sempre i conti con i numeri della Grecia e anche con la commercializzazione del prodotto dell'Emisfero Sud, quest'anno prevista più lunga rispetto all'anno precedente.
Dando uno sguardo all'Emisfero Sud, è sempre più consistente il peso della Nuova Zelanda che conferma la ripresa produttiva in atto ormai da qualche anno e, se la commercializzazione 2017 aveva riguardato 440.000 tonnellate totali, sono attese per quest'anno circa 530.000 tonnellate.
Nel Cile il kiwi continua a scendere in termini di superfici nonostante le previsioni dell'export 2018 risultino in lieve ripresa sul 2017 (+4% per un volume di 180.000 tonnellate).
La 38ma edizione della Conferenza IKO si terrà in Italia dall'8 all'11 settembre 2019 e sarà organizzata da CSO Italy.
Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.it