Il cancro batterico degli agrumi al centro di un Convegno tenutosi presso il Crea di Acireale
La sala del convegno
Dopo i saluti di Paolo Rapisarda, direttore del CREA-OFA di Acireale, i lavori sono entrati nel vivo con la relazione di Paola Caruso, coordinatrice del progetto, che ha spiegato come il CBC sia "una malattia causata da Xanthomonas citri pv. citri e X. fuscans subsp. auratifolii (Xcc)".
Dr.ssa Paola Caruso
Il cancro batterico degli agrumi è una malattia devastante, che colpisce la maggior parte di specie e varietà di agrumi, causando notevoli danni economici, dal momento che interessa anche i frutti, provocandone la caduta e/o rendendoli non commerciabili".
Nelle foto sopra: le lesioni sono in rilievo su entrambe le pagine fogliari ma maggiormente su quella inferiore. Le pustole, con il tempo, diventano suberose e crateriformi, con un margine sollevato. Spesso le lesioni sono circondate da un alone giallo (foto M. Caruso CREA-OFA, Italia e J. Cubero INIA Madrid, Spagna)
La malattia può produrre il deperimento della pianta, fino a causarne la morte con danni che a oggi è difficile calcolare e che si ripercuoterebbero non solo sulle casse pubbliche, ma anche sugli operatori e sull'economia di settore del Paese colpito.
"Finora, CBC non è stato segnalato in alcun Paese europeo - ha detto ancora, a margine dei lavori, Caruso - né nell'area mediterranea di produzione degli agrumi. In Europa è considerato un organismo da quarantena, per cui devono essere adottate misure preventive per evitare l'introduzione di materiale vegetale infetto".
Foto sopra: le infezioni molto gravi possono indurre gravi fenomeni di cascola (foto J. Cubero INIA Madrid, Spagna)
"Uno studio dell'EFSA (2014) sottolinea che la suscettibilità al batterio di molte specie di generi affini a Citrus all'interno della famiglia delle Rutaceae - continua la ricercatrice del CREA-OFA - alla quale appartengono tutti gli agrumi, non è chiaramente determinata perché basata su lavori scientifici pubblicati più di 50 anni fa. In questo scenario si inserisce il progetto internazionale ORPRAMed (Risk assessment of introduction of Xanthomonas citri subsp. citri through commercial trade of ornamental rutaceous plants in the Mediterranean basin), coordinato dal CREA-OFA".
Il progetto selezionato nell'ambito del bando Eranet - Arimnet 2 (Agricultural Research In the Mediterranean Network, cfr. www.arimnet2.net), vede coinvolti partner dei principali Paesi produttori di agrumi dell'area del Mediterraneo (Italia, Spagna, Francia e Turchia).
"ORPRAMed ha lo scopo di valutare il rischio dell'introduzione di Xcc nella regione del Mediterraneo - spiega ancora Caruso - mediante i flussi commerciali di Rutaceae ornamentali, migliorando la comprensione delle interazioni tra Xcc e agrumi ornamentali appartenenti a generi affini a Citrus, con l'intento finale di valutare il rischio d'introduzione del patogeno in aree indenni quali il bacino del Mediterraneo".
Videointervista Dr.ssa Paola Caruso
Interessante anche l'intervento di Vittoria Catara, docente presso l'Università di Catania - Di3A, la quale ha illustrato biologia ed epidemiologia del cancro batterico degli agrumi. E' seguita la relazione del prof. Giuseppe Timpanaro, docente presso lo stesso dipartimento. Infine il rapporto presentato da F. Conti, dell'Osservatorio per le Malattie delle Piante di Acireale, sulle attività di monitoraggio del Servizio fitosanitario regionale sugli organismi nocivi delle Rutaceae.
Dai lavori, in sintesi, è emerso come l'obiettivo perseguito sia quello di migliorare le informazioni relative al rischio di introduzione, analizzando le relazioni di resistenza e suscettibilità di diverse specie ornamentali della famiglia delle Rutaceae con i patotipi del batterio e di definire il ruolo di queste specie ornamentali nella sopravvivenza e diffusione del CBC; acquisire informazioni sugli scambi commerciali di Rutaceae ornamentali nell'area del Mediterraneo; acquisire informazioni genomiche e trascrittomiche su Rutaceae ornamentali rilevanti anche per altre malattie quali HLB; sensibilizzare i servizi fitosanitari, vivai, stakeholder e la collettività su questi temi; stimolare la cooperazione tra paesi competitor sul piano internazionale e sviluppare le relative responsabilità; infine contribuire all'aggiornamento delle normative europee per la prevenzione del rischio di introduzione di organismi nocivi per le piante nella comunità europea.