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Francesco Donati, presidente Federazione nazionale frutticoltura

Frutta: non si puo' morire di fame per dare da mangiare agli altri

Nelle scorse settimane è stato confermato presidente Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura. Francesco Donati (in foto), il quale vanta una lunga esperienza nel settore, conducendo anche un'azienda agricola. Oggi, il presidente guarda sconsolato all'annata frutticola 2017.

"Da 25 anni ci ripetiamo sempre le stesse cose - afferma - e temo che non ci sia proprio la volontà di cambiare. Si parla tanto di organizzazione, ed è giusto parlarne; poi, se guardiamo i numeri, l'Emilia Romagna è la Regione più organizzata, con cooperative e organizzazioni di produttori; eppure è quella che, in proporzione, ha perduto più superficie a frutteto negli ultimi 15 anni".

Alcuni mesi fa, Donati aveva lanciato su queste colonne una proposta per aggregare di più l'offerta (cfr. FreshPlaza del 28/03/2017), ma pare che nulla si sia mosso.

"Non possiamo morire di fame per dare da mangiare agli altri. L'agricoltore è colui che produce da mangiare a tutti; al contempo è quello più a rischio reddito. Il 2017 ha posto ancora una volta l'attenzione sulla fragilità del comparto drupacee. Il fatto è che nel mondo i consumi di frutta, anche per via delle tendenze salutistiche, sono in crescita e cresceranno. Temo però che il nostro sistema perderà ancora quote di mercato".

Donati libera il campo dai luoghi comuni: "Non è vero che siamo i più bravi del mondo, i più forti, quelli che fanno il prodotto migliore e che viene pagato di più. Quando giro per l'Europa vedo prodotti molto validi, venduti a prezzi stellari, e non sono mai italiani. Se invece trovo merce italiana, trovo prodotti di massa, da cestini, pagati sottocosto e venduti in offerta in qualche discount tedesco".



Il presidente non trascura di menzionare i tanti produttori che fanno alta qualità, con pesche e nettarine di grosso calibro ben pagate. Ma in genere non sono produzioni che muovono le grandi masse, che siano richieste da tutti e ovunque. O, per lo meno, il sistema ancora non riesce a imporle.

"La responsabilità di tale disastro è di tutti - conclude il presidente - è da condividere con tutti gli attori della filiera e che a qualunque titolo si occupano di frutta".