Mentre il Marocco affronta il sesto anno consecutivo di siccità, i progetti agricoli ad alta intensità idrica sono sotto la lente d’ingrandimento. Il cambiamento climatico rappresenta una grave minaccia per il Paese, incidendo sul vasto settore agricolo che impiega il 39% della forza lavoro. Rapporti recenti indicano un calo delle precipitazioni del 67% e i serbatoi d'acqua del Paese hanno una capacità pari solo al 23,5%.
Cresce la preoccupazione sull’impatto ambientale delle colture ad alto fabbisogno idrico come l’avocado, coltivate da aziende straniere. Un esperto agronomo ha espresso preoccupazione per la coltivazione di queste colture nel contesto climatico attuale. L'irrigazione degli alberi di avocado, ipotizzando l'uso del sistema a goccia, potrebbe portare a un consumo tra 4.000 e 8.000 metri cubi di acqua per ettaro.
L'anno scorso, il più grande coltivatore di frutta israeliano, Mehadrin, ha stretto una partnership con l'azienda marocchina Cherdoud per coltivare avocado su una superficie di 500 ettari. La joint venture, che fa seguito all'accordo di normalizzazione tra Israele e Marocco, ha segnato il debutto di Mehadrin nel Paese nordafricano. Si prevede che l'impresa produrrà fino a 10.000 tonnellate di avocado all'anno, principalmente per l'esportazione in Europa, consumando tra 2,5 e 4 milioni di metri cubi di acqua all'anno.
Questo consumo idrico equivale al consumo dell'intera città di Casablanca per 134 giorni. I media locali hanno riferito lo scorso luglio che l’irrigazione nella regione non era più sostenibile, provocando un’impennata dei prezzi dei prodotti agricoli e dell’inflazione. Il Ministero delle risorse idriche non ha escluso la possibilità di ridurre o interrompere le forniture di acqua, se necessario.
Fonte: www.newarab.com