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Sicilia a secco

Siccità, arriva la richiesta di stato di emergenza nazionale

La formalizzazione della richiesta di stato di emergenza nazionale per la siccità, al fine di garantire acqua potabile e irrigua è stata inevitabile, per la Sicilia. Dopo anni di carenza idrica, con temperature, la scorsa estate, vicine ai 50 °C e con previsioni da incubo per le prossime settimane, si rischia infatti la compromissione e la perdita definitiva delle colture permanenti (agrumi, frutta, vigne etc.). Ma c'è anche molto altro!

Corrado Vigo

Ne parla più specificamente Corrado Vigo, agronomo con alle spalle una lunga serie di incarichi in seno al Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Agronomi e in Commissione Agricoltura Europea al "Tavolo Tecnici Esperti Agrumi, che nei giorni scorsi aveva lanciato l'allarme (vedi Fresplaza del 18/3/204).

"La dichiarazione di emergenza nazionale - dice l'esperto - consentirebbe a questo punto di mettere in campo misure essenziali per il comparto agricolo: sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di mutui e adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico in difficoltà. Si otterrebbe anche la sospensione dei contributi di bonifica, considerato che le dighe non hanno l'acqua per irrigare, e la possibilità di attivare le deroghe comunitarie previste per i piani strategici della Pac e i Piani di sviluppo Rurale e dei contributi Inps".

"La richiesta, non ancora approvata dal Governo centrale - spiega Vigo - mitigherebbe inoltre le perdite degli investimenti fin qui compiuti per portare avanti le campagne agrarie. Spese come fertilizzanti, agrofarmaci, costi di energia elettrica e per trazione, con l'arrivo per le prossime settimane degli anticicloni africani (come quelli visti a Pasqua), rischiano di essere totalmente vanificate. I danni, stimati dal dipartimento dell'Agricoltura della Regione Siciliana, oscillerebbero tra uno e 2,5 miliardi di euro. In realtà, tra ortoflorofrutticoltura, settore cerealicolo e zootecnia, i danni sarebbero incalcolabili. Quel che più preoccupa sono gli effetti a lungo termine con l'impoverimento del suolo e la perdita della fertilità".

Negli invasi, secondo la CIA della Sicilia Orientale, ci sarebbe un calo del 30% di acqua rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e, purtroppo, neppure per le prossime settimane sarebbe prevista un'inversione di tendenza. E mentre le condotte idriche continuano a essere colabrodi, adesso si spendono montagne di denari pubblici per riparare ad anni di malversazione.

"Forse sarebbe il caso di vigilare meglio sul corretto funzionamento dei Consorzi di bonifica, sulle dighe, sulle condotte idriche, sugli sprechi di acqua in generale - conclude Vigo - e, in previsione, di investire in dissalatori per evitare che si annienti uno dei settori trainanti dell'economia: l'agricoltura!"