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Consiglio comunale con il nodo riorganizzazione all'ordine del giorno

Oggi si decidono le sorti dell'Ortomercato di Milano

Milano, una delle più popolose città d'Europa (13esima in classifica) ha una struttura mercatale all'ingrosso da terzo mondo. Così la definiscono diversi operatori che ogni giorno vi lavorano. E la gestione non soddisfa. L'Ortomercato è ormai vecchio e concepito con spazi che si sviluppano anche in altezza, su più piani, del tutto inutilizzabili. Oggi, 19 febbraio 2018, in Consiglio Comunale a Milano si parla di ristrutturazione dei Mercati all'ingrosso.



Il punto all'ordine del giorno in Consiglio comunale, inizio ore 17, recita: "Determinazioni in merito alla riqualificazione e ristrutturazione dei mercati all'ingrosso della Città di Milano – Area Governance – (N/66 – circ. 92)".

"Si tratta di un momento importante - spiega Salvatore Musso, grossista della Masterfruit Srl - che noi operatori dovremmo seguire con attenzione. Qua si gioca il nostro futuro. E' certo che Milano ha bisogno di un mercato nuovo, ma con una gestione uguale a quella che ha portato il mercato in queste condizioni è da folli. Lunedì 19 febbraio ci sarà il Consiglio comunale dove verrà discussa la delibera sul progetto del nuovo mercato. A mio avviso, essendo aperta al pubblico, è molto importante che partecipino quanti più grossisti e operatori che concordino la necessità di essere protagonisti non solo nella progettazione del nuovo mercato, ma soprattutto nella sua gestione".



Anni fa gli operatori all'Ortomercato erano 240, oggi sono 106. La gestione attuale, tutta in mano al pubblico, non è ritenuta all'altezza delle aspettative. "Noi lavoriamo dentro al mercato - aggiunge Musso - ma non siamo mai coinvolti nelle decisioni che contano. Vengono calate dall'alto, come se noi non fossimo parte in causa. E non è una questione di colore politico delle varie amministrazioni che si sono susseguite: nessuna ha affrontato la situazione; se ne sono disinteressati".



La soluzione sarebbe quella di realizzare un nuovo mercato, in linea con le esigenze logistiche attuali, e coinvolgere nella gestione gli operatori privati. Il nodo degli affitti è un falso problema. Attualmente i grossisti pagano 75 euro/mq; in una nuova struttura ne pagherebbero circa 130. Solo che oggi pagano anche per metri inutilizzabili, vale a dire quelli dei soppalchi ormai irraggiungibili e inutili, mentre in una nuova struttura tutta al piano terra pagherebbero gli effettivi metri utilizzati.



"Pertanto - conclude Musso - invito tutti i colleghi a partecipare al Consiglio comunale e tutti gli operatori a sostenere la legittima necessità di dare un nuovo mercato alla città di Milano libera dalla inefficiente gestione pubblica e a favore di una gestione sana e intelligente, per poter garantire frutta fresca e prezzi equilibrati per tutti e crescita e sviluppo alle aziende che vi operano".