Sta per concludersi positivamente l'iter per il riconoscimento IGP della "Rucola della Piana del Sele". Un lavoro portato avanti dall'Associazione per la valorizzazione dei prodotti di quarta gamma della Piana del Sele, presieduta da Vito Busillo. Ieri, 14 giugno 2018, all'Istituto Tecnico Agrario "G. Fortunato" di Eboli si è tenuta la riunione di pubblico accertamento per la richiesta di registrazione del marchio. Presenti, tra gli altri, la dirigente scolastica dell'Istituto Agrario Laura Cestaro, il sindaco di Eboli Massimo Cariello, due funzionari del Ministero delle Politiche agricole e tutti i soggetti economicamente interessati al prodotto.
(Foto tratta dalla pagina Facebook Coldiretti Salerno)
La rucola della piana del Sele è particolarmente apprezzata in ambito nazionale e la richiesta da parte dei mercati mostra, negli ultimi anni, un trend di crescita del 2-3% annuo, con una superficie agricola di circa 3.100 ettari e una tendenza all'aumento di circa il 3%. Si caratterizza per avere foglie larghe (2-5 cm), lunghe (10-25 cm) e "carnose", dal gusto tipicamente piccante, sapido e croccante. La zona di produzione comprende il territorio di Battipaglia, Bellizzi, Eboli, Pontecagnano, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella e Capaccio Paestum.
Busillo, che è anche presidente provinciale di Coldiretti Salerno, ha dichiarato: "E' stato un lungo e impegnativo lavoro che produrrà importanti risultati. L'Indicazione geografica protetta della rucola della Piana del Sele potrà portare a un'ulteriore crescita del mercato, da anni in continuo aumento".
Il comparto è diventato un polo produttivo di livello nazionale per il quale viene stimata una produzione media annua di 110mila tonnellate circa, pari al 65% della produzione nazionale, assicurata da 380 aziende agricole e da 35 imprese che curano la successiva lavorazione e commercializzazione.
(Foto: Fabrizio Todisco, OP Altamura)
A partecipare all'audizione era presenti le principali aziende della Piana del Sele.
FreshPlaza ha contattato i responsabili di due aziende che hanno partecipato all'incontro.
"Siamo molto soddisfatti e speriamo che l'iter per ottenere il marchio IGP vada in porto. Auspichiamo, inoltre, che vengano coinvolte appieno e in maniera partecipata tutte le aziende agricole, dalle più grandi alle più piccole - ha dichiarato Alfonso Altamura, presidente della OP Altamura - Per noi è sicuramente un valore aggiunto che dà merito al nostro lavoro, ai nostri investimenti e progetti, al territorio. La rucola che si produce nella Piana del Sele e per tutto l'anno ha sicuramente caratteristiche distintive rispetto a produzioni di altre origini".
"L'Università di Salerno ha condotto uno studio sulla rucola della Piana del Sele, analizzandola per un anno: il contenuto di sali minerali e altri composti riscontrato nelle foglie del prodotto della Piana è risultato differente da quello della rucola di altre zone d'Italia. Oltre al contesto storico c'è quindi un contesto qualitativo del prodotto che permettono il riconoscimento IGP".
Girolamo Mirra, responsabile della società cooperativa agricola omonima, ha sottolineato: "Possiamo definire l'incontro di oggi (si legga 14 giugno 2018) una pietra miliare per l'agricoltura della Piana del Sele, non solo per il comparto della rucola. Sono stati presentati numeri e attività che si svolgono sul territorio, dove la coltivazione della rucola è di importanza economica strategica. Si è pensato di salvaguardare questo nostro patrimonio con la richiesta del marchio IGP, che ci tutela nei confronti del prodotto che arriva da altre origini".
"Durante la giornata, inoltre, si è fatto il punto della situazione con le aziende, si è esteso il disciplinare di coltivazione e le specifiche di differenziazione del prodotto. Sono state prese in esame: la lunghezza della rucola, il metodo di coltivazione, le fasi colturali, i semi per ettaro, la raccolta, la conservazione".
"Nel corso degli anni sono state molte le colture praticate nella Piana del Sele, mai prese in considerazione da chi di dovere. Si pensi al pomodoro, alla fragola o ai frutteti. Ora, anche in virtù dei capitali che sono stati investiti in zona da parte delle aziende, le quali hanno sostenuto degli sforzi importanti per poter arrivare a questo punto, c'era una sorta di obbligo di tutelare il prodotto. Spero - ha concluso Girolamo - che anche la clientela italiana ed estera apprezzi questa richiesta che verrà presa in esame nei prossimi mesi e di poter commercializzare la Rucola della Piana del Sele IGP già dal prossimo anno".