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Anche due mele valdostane nel nuovo elenco nazionale dei prodotti tradizionali

Le specialità italiane "salvate dall’estinzione" - perché inserite nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni - sono salite a 4.372 con la settima revisione dell'elenco nazionale, pubblicata nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale n.147 del 27 giugno 2007.

Tra le new entries del settore "Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati" figurano: l’olio di noci (Val d’Aosta), le pesche allo sciroppo del lago di Monate (Lombardia), la castagna canalutta (Friuli-Venezia Giulia), la ciliegia di Castelbianco (Liguria), il fungo carboncello (Puglia) e l’arancia di Villa San Giuseppe (Calabria).

Inoltre, anche due mele della tradizione valdostana - la "Renetta della Valle d'Aosta" e la "Golden delicious della Valle d'Aosta" - sono entrate a far parte dell'elenco, che fa registrare un incremento del 2,8% rispetto all’ultimo anno.

Il lavoro di catalogazione è cominciato nel luglio 2000 e, da allora, i prodotti tutelati dalle falsificazioni sono più che raddoppiati. Ogni prodotto è caratterizzato dal fatto di essere ottenuto secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo.

"La mappa regionale delle specialità - sostiene l'organizzazione agricola Coldiretti - non costituisce soltanto un utile riferimento per i consumatori particolarmente attenti alla gastronomia, ma è in grado anche di attivare un importante indotto turistico enogastronomico che vale cinque miliardi di euro."

Tra le Regioni che possono vantare il maggior numero di prodotti tradizionali censiti figurano la Toscana, con 455 prodotti, seguita da Piemonte con 369, da Veneto con 373, dal Lazio con 336 e dalla Campania con 329.

L’Abruzzo è la regione che maggiormente ha incrementato i suoi "gioielli" agroalimentari nell’elenco (+83%), mentre l’Emilia-Romagna e il Lazio hanno visto calare, rispettivamente da 221 a 218 e da 340 a 336 i prodotti agroalimentari censiti, a seguito di una razionalizzazione dell’elenco o del passaggio di qualche specialità nel registro delle Dop o Igp.