Scheda tecnica: il portainnesto
Una pianta innestata è un albero, un arbusto o, meno frequentemente, una pianta erbacea, ottenuta dall’unione di due o più individui, detti bionti. Quello inferiore, il portinnesto, fornisce l’apparato radicale e una parte più o meno sviluppata dell’apparato caulinare, mentre quello superiore, la marza o nesto o gentile o epibionte, costituisce la chioma.
Diospyros lotus L. 1753, pianta rustica e vigorosa della famiglia delle Ebenacee; è usata come pianta ornamentale o come portainnesto del Kaki (Diospyros kaki).
Nelle piante bimembri il portinnesto è in diretta connessione con il nesto, mentre nelle piante trimembri i due bionti sono separati da un terzo, detto intermediario.
Requisiti del portainnesto
Affinché una specie o una varietà o altro tipo genetico possa essere impiegato come portinnesto, deve rispondere a specifici requisiti. Fra i principali requisiti quello che deve possedere proprietà morfofunzionali desiderate tali da beneficiarne nella tecnica dell’innesto; deve essere compatibile con la specie o la cultivar da innestare; deve essere facilmente propagabile per seme (portinnesti franchi) o per via vegetativa (portinnesti clonali); deve essere in ottimo stato sanitario, in particolare esente da virus; deve avere una scarsa attitudine pollonifera.
Fiori di Poncirus Trifoliata. E’ coltivato in tutto il mondo perché è il migliore portainnesto per ibridi di tutti gli agrumi.
Portainnesti franchi e clonali
I portinnesti franchi o semenzali sono ottenuti da piante nate da seme.
Si ricorre a questi portinnesti per alcune specie quando non sono richiesti particolari requisiti o uniformità. In generale conferiscono una spiccata vigoria e una maggiore resistenza alla siccità.
I portinnesti clonali sono ottenuti da piante madri propagate per via vegetativa (per talea, margotta, propaggine, ecc.). Le piante madri sono sempre selezioni genetiche di specie in purezza o ibridi interspecifici. Questi portinnesti sono usati per scopi mirati e conferiscono una notevole uniformità, pertanto sono generalmente preferiti nella frutticoltura intensiva.