L'istituzione della "Giornata dell'Innovazione" era stata annunciata in occasione della sigla, a dicembre 2012, di un protocollo d'intesa tra il CRA, rappresentato dal Presidente Prof. Giuseppe Alonzo (a sinistra), e il CONAF, rappresentato dal Presidente Andrea Sisti (a destra).
L'iniziativa si è articolata in una conferenza stampa presso la sede centrale del CRA e, contemporaneamente, in un "open day" presso le strutture di ricerca del CRA dislocate su tutto il territorio nazionale per consentire a cittadini, istituzioni e mondo agricolo di conoscere la ricerca e le innovazioni nel campo dell'agricoltura. A tal fine, i ricercatori coinvolti hanno organizzato seminari aperti al pubblico e visite guidate ai laboratori e ai campi sperimentali.
Sopra: la sala della conferenza stampa. Sotto: il tavolo dei relatori.
Giuseppe Alonzo (CRA), Andrea Sisti (CONAF) e il giornalista RAI Sandro Capitani, coordinatore dei lavori e curatore della rubrica "La Terra", dedicata proprio al mondo agricolo e nella quale, sotto il titolo "Coltiviamo il futuro" vengono anche presentati casi emblematici di giovani imprenditori del settore, che apportano idee nuove e creatività nella gestione delle aziende agroalimentari.
La sinergia tra CRA e CONAF si prefigge l'obiettivo di stimolare e incrementare l'integrazione tra ricerca, innovazione e ambiente professionale, al fine di valorizzare le conoscenze e le competenze per migliorare la produttività dell'agricoltura italiana, "uno dei pochi settori economici, nel nostro Paese, ancora in grado di generare occupazione e ricchezza", come sottolineato dal presidente del CRA, prof. Giuseppe Alonzo.
"Ridurre tuttavia l'innovazione alla semplice introduzione di nuovi prodotti sarebbe molto limitativo - avverte il presidente CRA (in foto) - L'innovazione è un processo di studio, conoscenza e curiosità, per favorire e stimolare il quale vanno creati i presupposti sin nell'infanzia. Nel processo educativo va introdotto un allenamento mentale orientato allo sviluppo della capacità di "problem solving", senza la quale non si avrà mai un pensiero in grado di guardare oltre a quelli che appaiono ostacoli (i problemi) e che invece sono grandi opportunità per la ricerca di nuove soluzioni."
"Per produrre innovazione, quindi, è prima di tutto la società nel suo complesso che deve "attrezzarsi", al fine di favorirla. E' quello che stiamo cercando di fare noi oggi in ambito agricolo; agevolare le condizioni e mettere in rete tutte le risorse che ci sono già, affiancando ricercatori e professionisti agronomi, stimolando e sostenendo i processi innovativi in un settore, come l'agricoltura, che può diventare trainante anche per l'intera economia nazionale."
Alle parole del prof. Alonzo hanno fatto eco quelle di Andrea Sisti (presidente CONAF), il quale ha ribadito come oggi i professionisti iscritti all'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali vedano il proprio ruolo "sempre più come un'azione non solo di affiancamento all'impresa - ha dichiarato Sisti - ma anche e soprattutto di trasferimento tecnologico, soprattutto nei confronti delle realtà aziendali di medie e piccole dimensioni, che potrebbero rimanere ai margini dei processi innovativi e che invece rappresentano l'ossatura portante della nostra agricoltura".
Un momento dell'intervento di Andrea Sisti.
Il presidente CONAF ha anche sottolineato il valore di una corretta comunicazione, per divulgare le esperienze sviluppate nei laboratori e nei campi sperimentali e che spesso rischiano di rimanere confinati in essi. "Va completamente ripensato il modo di entrare nelle imprese per portare ricerca e innovazione e per affrontare le prossime sfide che ci attendono, anche nel quadro delle nuove politiche agricole comunitarie, come ad esempio la sfida della sostenibilità, la quale non significa produrre di meno, bensì produrre meglio. Il nostro mondo professionale è pronto ad interagire, in forma multidisciplinare, con gli ambienti della ricerca da un lato e con le realtà imprenditoriali agricole dall'altro."
Sulle nuove modalità di trasferimento tecnologico alle imprese ha preso la parola Stefano Bisoffi (in foto), dirigente generale per le attività scientifiche del CRA, il quale ha illustrato, attraverso alcune slide, il modello di innovazione messo a punto dal Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura.
"Prendendo le mosse dal problema focale del divario attualmente esistente tra mondo della ricerca e mondo dell'impresa, abbiamo pensato di trasformare il trasferimento tecnologico da un processo lineare di ricerca-pubblicazione-applicazione ad un processo circolare e corale, nel quale tutti gli attori e i fruitori siano coinvolti."
"Innanzitutto, al fine di rendere pubblici e individuabili i risultati "trasferibili" prodotti dalle attività di ricerca, questi vengono raccolti, archiviati e resi fruibili per mezzo di un sistema informativo accessibile dal sito web dell'Ente CRA. Questa banca dati, potenziata da percorsi di e-learning, da azioni di affiancamento e da un forum, diventa la piattaforma per l'attivazione di "Comunità di Pratiche", cioè di gruppi territoriali formati da ricercatori, funzionari, tecnici e divulgatori regionali, imprenditori, associazioni di categoria, ordini professionali ed altri portatori di interesse che, insieme, approfondiscono alcune problematiche di settore/comparto, definiscono le esigenze manifestate e consentono di porre in essere azioni condivise ai fini di un trasferimento dei risultati prodotti dalla ricerca alle imprese. Tutto il sistema prende il nome di modello "AGRITRASFER" (vedi schema qui sotto)"
Tale modalità è già stata applicata con successo ad esempio nel problema del compostaggio degli scarti orticoli, il quale è diventato a sua volta un modello trasferito con successo ai settori agrumicolo e vitivinicolo.
"Una delle finalità del modello Agritrasfer - ha proseguito Bisoffi - è quella di rendere il processo di ricerca e innovazione una strada a due sensi, in cui non soltanto gli enti e gli istituti scientifici "trasmettano" i propri risultati alle imprese, ma in cui la "domanda di ricerca" venga stimolata a partire da reali esigenze e problematiche delle imprese operanti nei vari contesti e che potranno, sia fisicamente che attraverso un forum online, fornirci il loro feedback".
Un momento della relazione di Stefano Bisoffi.
Ha preso poi la parola Graziella Romito, dirigente Mipaaf per la programmazione dello sviluppo rurale, la quale ha offerto una sintesi del ruolo dell'innovazione dell'ambito della politica di sviluppo rurale 2014-2020.
Un momento dell'intervento di Graziella Romito.
A conclusione dei lavori, sono state presentate le esperienze di due giovani imprenditori agricoli: Alessandra Nucci e Francesco Cirelli (qui accanto, in foto).
Con una Laurea all'Università Cattolica di Milano e un Master alla Bocconi, Alessandra prima si occupava di marketing. Ora, dal 2005, è imprenditrice agricola in Toscana e si dedica ad un progetto di riscoperta del valore del cibo in termini nutrizionali e culturali. "La visione del cibo tradotto in merce - ha detto Alessandra - ha portato l'industria alimentare a rispondere ad un approccio consumistico in chiave di alta reperibilità e bassa deperibilità degli alimenti. Ciò ha "commodizzato" il cibo, impoverendone i connotati dal punto di vista nutrizionale, di sostenibilità, economico e salutistico. Vedo dunque nell'educazione alimentare e nella riscoperta di un contatto più diretto con la terra e l'agricoltura l'innesco di un circolo virtuoso che porti a salvaguardare il nostro ambiente, la nostra cultura, la nostra economia e a preservare la nostra salute ridando contenuto alla dieta mediterranea". Alessandra Nucci è anche autrice di un libro dal titolo "Per Terra", che sarà disponibile in libreria da fine marzo.
Francesco Cirelli, allievo del Collegio navale "F. Morosini" e Bocconiano, ha deciso di abbandonare le illusioni del mondo della finanza creativa per dare vita ad una start up agricola biologica abruzzese, estesa su 22 ettari di terreni collinari. Francesco ha deciso di sfruttare le piccole dimensioni aziendali diventando un artigiano del vino. "Ho deciso di fare ricerca e innovare - racconta - E ho scoperto che 7.000 anni fa, in Georgia, gli uomini sperimentarono le prime fermentazioni e quindi produssero i primi vini in bellissime e grandissime anfore di terracotta. A quel punto ho pensato di riscoprire anche io questa tecnica e ho incontrato un giovane artigiano fiorentino che stava creando anfore da 800 litri. Le ho utilizzate per il mio vino artigianale nell'annata 2011 e i risultati sono stati emozionanti. La domanda da parte dei mercati ha ben presto superato di gran lunga la nostra capacità produttiva!"
Contatti:
Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura
Via Nazionale 82
00184 ROMA - Italy
Tel: +39 06 478361
Fax: +39 06 47836320
Email: [email protected]
Web: www.entecra.it