Presentata al PST Sicilia nuova metodologia di diagnosi per la Tristeza degli agrumi
È quanto annunciato dall’assessore Giovanni La Via, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova metodologia di diagnosi, tenutasi in data 17 novembre 2008. "In base ai risultati di questo monitoraggio, individuato caso per caso il tipo di ceppo virale, tra le decine di ceppi della Tristeza, faremo delle scelte operative sulle modalità migliori per controllare e contrastare la diffusione di questo pericoloso virus".
L’assessore regionale all’Agricoltura ha anche reso noto che è previsto un tavolo tecnico tra le regioni agrumicole per modificare il decreto nazionale che impone l’estirpazione di tutte le piante infette. "Il decreto nazionale – ha specificato – risale al 1996 quando ancora tale patologia non era diffusa in Italia. Oggi invece occorre valutare l’aggressività e la virulenza del ceppo, cosa che la metodologia del PST Sicilia permette, per valutare la possibilità di una più graduale riconversione delle piante affette da ceppi blandi. Inoltre gli agrumicoltori potranno accedere ai fondi per la riconversione degli impianti".
Percentuale di piante infette da virus CTV (Tristeza degli Agrumi) nelle zone della provincia di Catania
"Il virus della Tristezza – ha informato il presidente del PST Sicilia, Antonino Catara – abbiamo stimato che coinvolga il 10% degli agrumi innestati su arancio amaro, con picchi che superano il 40% nella zona di Belpasso- Paternò. Ovviamente non c’è nessun rischio per il consumatore finale, ma il danno per gli agrumicoltori è rilevante poiché, non esistendo un rimedio efficace, devono procedere all’estirpazione delle piante infette e al riempianto su ceppi resistenti alla Tristeza. Stabilire il livello di aggressività del virus può consentire una graduale riconversione dell’impianto limitando la perdita di produzione".
"C’è esigenza – ha continuato il presidente Catara – di avviare al più presto un monitoraggio con tutte le strutture siciliane che hanno competenza in questo settore, in quanto consentirà di evitare ulteriori danni a questo comparto, strategico per la Sicilia".
"Il lavoro svolto è il risultato di una collaborazione con il dipartimento di Scienze e tecnologie fitosanitarie dell’Università di Catania – ha affermato Alessandro Lombardo, responsabile del laboratorio di Analisi del genoma e rispondenza varietale del PSTS – e potrà essere ulteriormente implementato con la collaborazione di tutti. In questo senso sono già state attivate ipotesi di collaborazione con paesi del Mediterraneo in quanto il problema ha dimensione più ampia".
"L’innovazione – spiega Domenico Raspagliesi, il ricercatore che ha condotto lo studio – ha ovviamente una rilevante importanza scientifica, consentirà ai servizi fitosanitari di monitorare il movimento del virus, le mutazioni, l’eventuale introduzione di nuovi ceppi e la presenza di infezioni miste di più ceppi nelle piante".
La nuova metodologia, indicata con l’acronimo CE-SSCP, rappresenta un grosso passo avanti per gli studi sul virus condotti a livello mondiale e verrà a breve pubblicata su una rivista scientifica internazionale.
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Per maggiori informazioni: www.pstsiciliagroalimentare.it