La pubblicita' non e' etica per il 70% dei consumatori
Il convegno, intitolato "Consumatori o consumattori? La pubblicità etica come fattore di competitività per le imprese", si è svolto questa mattina a Milano presso la Sede di Assolombarda alla presenza di Giuseppe Patat, fondatore di Ethicsgo, Salvatore Castiglione, quality & regulatory director di Danone, Gianfranco Marrone, semiologo docente dell'Università degli studi di Palermo, Claudio Mangiafico, avvocato D&P Legal, Emanuele Nenna, vicepresidente Assocom, e Maurizio Pessato, presidente dell'Istituto di ricerca Swg.
I consumatori, in particolare, si sentono ingannati dalle pubblicità degli integratori alimentari, dei cosmetici, delle merendine e dei biscotti, secondo la ricerca condotta da Swg per EthicsGo "Pubblicità ed Etica: vissuto dei consumatori e percezione delle imprese", condotta su un campione di 100 direttori marketing e comunicazione e una ventina di agenzie.
Alla domanda circa la possibilità di invertire tale tendenza, proponendo una comunicazione che sia contemporaneamente efficace, creativa ed etica, 9 aziende su 10 hanno risposto in modo affermativo. Le aziende, inoltre, ritengono che nel 56% dei casi sia utile la presenza di un organismo terzo non legato ad enti governativi o di autodisciplina che possa aiutare a realizzare una pubblicità etica e responsabile.
Per quanto riguarda i consumatori, invece, "più del 50% ritiene di essere poco o per nulla tutelato rispetto ai messaggi pubblicitari", ha spiegato Pessato. "In particolare, sono le etichette dei prodotti la fonte ritenuta più affidabile (51% del campione) e rispettosa delle norme legali (53%), etica (44%) e che riporta informazioni basate su dati scientifici (40% del campione)".
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