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Forte richiesta di pere, ciliege e fragole bio

Biologico in crescita ancora per sei anni: e la Gdo si sta muovendo per vendere senza packaging

"Il settore crescerà ancora per 5-6 anni". Lo ha affermato Tom Fusato, direttore commerciale di Brio Spa, durante il convegno "Agricoltura biologica, un'opportunità per il territorio", tenutosi ieri, martedì 28 febbraio 2017, a Zevio (Verona).


Tom Fusato, direttore commerciale Brio Spa

"La Gdo - ha continuato il direttore - si sta attrezzando per vendere ortofrutta bio anche sfusa, abbassando così i costi dovuti al packaging. Prospettive di ulteriore crescita anche nella ristorazione collettiva, pur se meno rispetto alla Gdo, a causa dei risparmi nel pubblico, ad esempio nelle mense scolastiche. All'estero risultano in crescita le richieste da Usa, Canada e Brasile".


Oltre 100 persone presenti al convegno a Zevio (Verona)

Nel territorio veronese, c'è spazio per le mele biologiche. "Dobbiamo evitare di metterci in concorrenza con l'Alto Adige - ha sentenziato il direttore - Ad esempio possiamo puntare su mele Gala precoci, oppure le Fuji. Per il kiwi le prospettive sono meno interessanti, perché chi si muove adesso lo sta facendo un po' tardi perché di kiwi bio comincia ad essercene parecchio. La richiesta di pere biologiche è in crescita, specie per cultivar nuove".

Altro prodotto che serve, in versione bio, è la ciliegia da coltivare in impianti coperti. Poi c'è forte richiesta di fragole biologiche, con prezzi molto interessanti. Prospettive buone anche per le drupacee, ma servono varietà rustiche adatte alle condizioni territoriali. Interesse elevato per i kaki.



Rispetto agli ortaggi, c'è spazio per tutte le tipologie. "Nel veronese - ha detto Fusato - siamo bravi a produrre orticole, anche sotto serra. Per il bio ci sono buone prospettive anche per patate, cipolle, radicchio, melone e sedano".

Circa i consumi nei prossimi anni, in Svezia hanno l'obiettivo di arrivare al 30% dei consumi entro tre anni; tanto per fare un esempio di prospettive nel nord d'Europa.

 

"Per fare biologico - ha concluso Fusato - è indispensabile una grande professionalità. Serve un bio bello e buono da mangiare. Se non è buono, il consumatore non lo vuole. L'azienda ha buoni risultati se riesce a fare discrete quantità sfruttando tutte le novità di difesa. Infine, emarginiamo e denunciamo i truffatori che mettono a repentaglio il lavoro di 30 anni svolto con rigore da migliaia di agricoltori".