Ancora non è detta l'ultima parola, ma la votazione di lunedì scorso penalizza l'ortofrutta a causa delle restrizioni sul packaging monouso. "Il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sul packaging e sui rifiuti di imballaggio - si legge in una nota - Questo regolamento mira a ridurre i rifiuti causati dagli imballaggi, rendendoli più sostenibili, garantendo al contempo i più elevati standard di gestione dei rifiuti", scrive la presidenza belga di turno.
Rocco De Lucia
Ma per gli imprenditori del settore si tratta di un controsenso. Emblematico il caso di Rocco de Lucia di Siropack, il quale da mesi porta avanti una battaglia "di buon senso, prima ancora che economica" dice. "Chi mi conosce sa bene che la mia azienda, che produce macchinari, addirittura ci guadagnerebbe grazie ai cambiamenti del regolamento che si stanno discutendo. E poi noi esportiamo in tutto il mondo, e le vicende europee ci toccano relativamente. Ma se ci guadagnerei come imprenditore, in realtà mi sento preso in giro come cittadino".
Sì, perché De Lucia non sopporta la schizofrenia europea. "Dicono tutto e il contrario di tutto, su tutti i fronti. Prima hanno lodato il comparto ortofrutticolo perché abbiamo messo in piedi una filiera esemplare per il riciclo. Ora, dopo soli 3 anni, siamo diventati dei delinquenti. Ma tutta quella frenesia, durante il Covid e durante il 2021, di proteggere gli alimenti per evitare contaminazioni, ora non vale più?"
La provocazione di De Lucia: ortofrutta senza protezione simile a quella messa in un water o un bidet
Secondo De Lucia "la mentalità dell'Unione europea porterà le classi meno abbienti a consumare ancora meno, perché l'ortofrutta, a causa dei maggiori sprechi, costerà di più. Non a caso, i prezzi in Gdo sono spesso molto più alti rispetto a quello di partenza poiché le catene devono mettere in conto la perdita di prodotto. "Figuriamoci senza imballi di protezione dove andremo a finire" chiosa de Lucia.
Nel dettaglio, se approvata la normativa, saranno vietati dal 1° gennaio 2030 alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, gli imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (come condimenti, salse, panna, zucchero), le confezioni miniaturizzate per prodotti da toilette negli alberghi e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.
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