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Ismea: confronto tra prezzi alla produzione e al consumo (2001-2006)

Nel proprio studio sulla competitività dell’agroalimentare italiano, l'Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha anche tracciato un quadro sull'evoluzione del rapporto tra prezzi alla produzione e al consumo dei prodotti agricoli per il periodo 2001-2006.

Il confronto, basato sulle medie trimestrali degli indici Ismea, mette in luce la variabilità molto più accentuata nella fase all’origine rispetto a quella al dettaglio. Si può inoltre osservare come, a partire dal terzo trimestre 2001, si è andata sempre più allargando la "forbice" tra la crescita dei prezzi al dettaglio e quelli all’origine; tale divario si è assottigliato soltanto nel quarto trimestre del 2003, in corrispondenza di un picco espansivo strettamente congiunturale dei prezzi agricoli, per poi aumentare in modo ancora più accentuato nei trimestri successivi fino a tutto il 2006.

I maggiori incrementi - sottolinea l'Ismea - si sono registrati per i prodotti ortofrutticoli, principalmente per quanto riguarda gli ortaggi, il cui indice ha registrato un aumento del 33,8% rispetto al 2001 (pari al +7% medio annuo), contro un incremento del 3,7% (pari a +1,4% medio annuo) dell’indice dell’aggregato frutta e agrumi.



Confrontando le dinamiche dei prezzi all’origine del settore ortofrutticolo con i relativi prezzi al dettaglio, si può notare come, soprattutto per la frutta, le marcate oscillazioni all’origine non si trasmettano proporzionalmente nella fase al consumo. In particolare, sia per la frutta che, soprattutto, per gli ortaggi, i più forti ribassi dei prezzi all’origine non si traducono in riduzioni proporzionali dei prezzi al dettaglio; nelle fasi di offerta abbondante, quindi, i consumatori non godono di riduzioni dei prezzi altrettanto forti rispetto a quelle sofferte dai produttori primari.



D’altro lato, la trasmissione degli incrementi dei prezzi appare molto maggiore: soprattutto per gli ortaggi e i legumi, nei periodi di scarsità di prodotto, i consumatori subiscono per intero gli aumenti dei prezzi; questo fenomeno risulta molto più attenuato per la frutta, per la quale si osserva che nel quinquennio 2001-2006 i maggiori aumenti dei prezzi all’origine non si sono tradotti in comparabili aumenti al dettaglio.

Un tale comportamento può essere attribuito all’effetto calmierante sui prezzi della presenza del prodotto estero. Inoltre, è importante sottolineare che i margini (cioè i differenziali tra i prezzi all’origine e i prezzi al consumo) per la frutta sono generalmente molto elevati, ed è plausibile pensare che gli operatori al dettaglio siano indotti a ridurre leggermente i propri margini per evitare che eccessivi incrementi dei prezzi inducano i consumatori a ridurre gli acquisti.

Clicca qui per scaricare il rapporto completo dell'Ismea sulla competitività dell’agroalimentare italiano (formato .pdf)