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Valle D′Aosta: la patata di Allein aspira ad entrare nell′elenco dei prodotti tradizionali

Il progetto di recupero e valorizzazione della patata propria alla Valle d'Aosta ha un punto di forza nella vallata del Gran San Bernardo. Il tubero prodotto nel comprensorio ad Allein-Comunità montana Grand Combin, è oggetto di una ricerca che punta all'iscrizione nell'elenco dei prodotti tradizionali autoctoni.

La sperimentazione, avviata da qualche anno, ha evidenziato che le rese attualmente ottenute (2,5 kg/mq) potrebbero essere migliorate razionalizzando alcune tecniche di coltivazione e promuovendo la creazione di una cooperativa e di una struttura di conferimento. Secondo la tabella di marcia prospettata dai curatori del progetto, tra questi gli amministratori comunali del paese di origine della patata autoctona, "la realizzazione di un consorzio di tutela sembra essere la soluzione che meglio si adatta alla realtà, potendo quest'ultimo dotarsi di alcune semplici macchine per agevolare la coltivazione, la vagliatura e il confezionamento del prodotto finito".

Al consorzio, inoltre, va, nelle intenzioni progettuali, il compito di tutela e di promozione del prodotto attraverso la realizzazione di una filiera minima con l'obiettivo di giungere alla sua certificazione. "La realizzazione del progetto - sottolineano i fautori dell'iniziativa - agirebbe inoltre da stimolo al mantenimento del territorio, allo sviluppo locale, alla salvaguardia della qualità del prodotto, e contribuirebbe a tessere una rete di relazioni sociali ed economiche".

L'azione di recupero e valorizzazione della patata di Allein è vista con favore dai tecnici dell'Institut Agricole che ogni anno testano molteplici varietà di patata per valutare di ognuna la resistenza alle malattie, la resa qualitativa e quantitativa e l'adattabilità alle condizioni climatiche della regione. "La varietà di Allein - precisa Alessandro Neyroz, agronomo ricercatore - è l'ultima patata autoctona rimasta sul territorio, dove attualmente si producono la Kuroda, a buccia rossa, e la Penelope, a pasta bianca, con una resa di 300 quintali per ettaro e con un'elevata versatilità in cucina".

Neyroz fa rilevare che "la produzione è destinata principalmente all'autoconsumo, anche se negli ultimi anni alcune aziende agricole hanno iniziato la commercializzazione della patata su scala regionale, rifornendo i salumifici per la produzione di insaccati e i grandi magazzini".

Fonte: regione.vda.it

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