L′Argentina aumenta la produzione di limoni, ma piu′ per il trasformato che per l′esportazione
Comunque alcune nuove piantagioni sono entrate nel mercato e hanno compensato la riduzione con l'incremento della resa produttiva. Uno dei maggiori problemi riscontrati, dopo la gelata di luglio, è stato l'accelerato processo di maturazione e la fine anticipata della campagna. Diverse fonti pronosticano per quest'anno una scarsità di limoni estivi destinati al consumo fresco.
Per la stagione 2008 le aspettative sono migliori: per la produzione ci si aspetta un aumento di 1,4 milioni di tonnellate, grazie a una maggiore resa produttiva e a una migliore gestione. Secondo fonti industriali, i piccoli produttori hanno affittato i terreni incolti e aziende più efficienti ne stanno ora migliorando la resa produttiva.
L'aumento della produzione si rispecchierà più nella trasformazione che nell'esportazione: i limoni destinati alla trasformazione aumenteranno a un milione di tonnellate (da 850.000), mentre l'esportazione verrà ridotta da 360.000 a 350.000 tonnellate. Il consumo domestico raggiungerà le 40.000 tonnellate.
In riferimento alle esportazioni negli Stati Uniti, l'APHIS (il servizio d'ispezione sulla salute di piante e animali), nel processo di riapertura delle esportazioni di limoni, ha inviato lo scorso agosto ai produttori argentini un documento nel quale si elencavano tutte le patologie e le infezioni dei limoni provenienti dalla regione di Tucumán, su cui intervenire.
Ciò ha causato molto stupore tra i produttori e gli esportatori argentini, soprattutto per via dell'inclusione della mosca della frutta tra i problemi cui sarebbero affetti i limoni: l'inclusione della mosca mediterranea porterebbe a dover sottoporre i limoni destinati all'export ad un trattamento a freddo, come richiesto dall'APHIS.
E' dal 2001 che l'Argentina - pur avendo un potenziale esportativo pari a 60.000 tonnellate l'anno - non esporta negli Stati Uniti a causa delle barriere fitosanitarie.