Ricerca: mele e arance contro l'invecchiamento
L’indagine ha coinvolto 1.640 soggetti con 65 anni o più che hanno riportato le proprie abitudini alimentari e si sono sottoposti a visita medica all’inizio dello studio e per altre 4 volte nel corso dei 10 anni di osservazione.
A ogni visita, per valutare le facoltà cognitive, venivano effettuati 3 test specifici, tra cui il Mini-Mental State Examination (MMSE) per verificare la presenza, l’entità e la progressione del deterioramento cognitivo.
È emerso che un elevato apporto di flavonoidi sarebbe associato a un migliore livello cognitivo all’inizio dello studio e a una minore perdita di lucidità nel corso dei 10 anni di durata dello studio. In particolare, coloro che al momento del reclutamento appartenevano alla più alta categoria di consumo (dai 13,6 ai 36,9 mg di flavonoidi al giorno) presentavano migliori performance cognitive e al momento del follow up avevano perso solo 1,2 punti sulla MMSE.
I partecipanti che presentavano il minor apporto di flavonoidi, invece, partivano da livelli cognitivi più bassi e nel corso dello studio perdevano 2,1 punti al MMSE, riportando, quindi, un maggior deterioramento delle capacità intellettuali.
Fonte: sanihelp.it