Attualmente, il Brasile è uno dei primi tre colossi mondiali nella produzione di frutta, con un volume annuo di 41 milioni di tonnellate. Grazie alle sue condizioni climatiche, all'estensione del suo territorio, alla posizione geografica e alla natura del suolo, il Brasile può produrre varie tipologie di frutta: tropicale, sub-tropicale e tipica delle aree temperate.
Sotto: ripartizione percentuale della produzione frutticola brasiliana nel 2006
In Brasile opera l'IBRAF (Istituto brasiliano della frutta), fondato nel 1990 dai maggiori protagonisti del settore. Si tratta di un organismo senza scopo di lucro, creato per effettuare ricerche di mercato, promuovere la formazione e l'avanzamento tecnologico in campo frutticolo e delineare le linee guida del settore. Per dare slancio alle esportazioni di frutta fresca e trasformata dal Brasile, l'IBRAF, in collaborazione con altri enti e associazioni, ha promosso un'iniziativa denominata "Brasilian Fruit Project".
Questo programma di promozione riguarda le seguenti tipologie di prodotto: lime, mele, mango, meloni, papaya, uva, ananas, banane, arance, mandarini, pesche, kaki, fichi, fragole e angurie per quanto riguarda la frutta da consumo fresco. Polpa, succo, arachidi, acqua di noce di cocco e altro, per quanto riguarda il trasformato.
Dal 1998 al 2006, le esportazioni di frutta dal Brasile sono aumentate esponenzialmente del 170% in termini di volume (da circa 297.000 ton a oltre 802.000 ton) e del 296% in termini di valore (da circa 120 milioni di dollari a oltre 472 mln di dollari). Ciò ha permesso alla bilancia commerciale ortofrutticola brasiliana (vedi tabella qui sotto) di accrescere il proprio attivo - dopo vari anni (1994 - 1998) di bilancio passivo - fino ad arrivare ad un massimo di 315 mln di dollari di attivo nel 2005 (292 mln di dollari nel 2006).
Brasile: bilancia commerciale ortofrutticola (1994 - 2006) - Fonte: SECEX/DATAFRUTA - IBRAF
Tra le principali destinazioni per le esportazioni di frutta brasiliana ci sono: Paesi Bassi (38%), Gran Bretagna (21%), USA (8%), Spagna (6%), Germania (5%) e Italia (4%). Nel confronto tra le esportazioni 2007 e quelle 2006 per singole varietà di frutta, i maggiori aumenti in termini di valore hanno riguardato piccoli frutti e mirtilli (+298,44% e +240,73% rispettivamente), ananas (+155,67%), mele (+114,98%) e uva (+71,16%).
Le perdite maggiori in termini di valore sono derivate dalle esportazioni di pere (-37,48%, con un aumento dei quantitativi esportati pari al +112,60%) e mandarini (-25,62%, con un calo anche in termini di volume, pari a -42,80%). In totale, le esportazioni di frutta dal Brasile nel 2007 sono aumentate del 45,27% in termini di valore e del 17,75% in termini di volume, rispetto al 2006.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di frutta, tra quella tropicale, le banane crescono del 6% l'anno, la crescita è molto forte per i lime e per nuovi prodotti come i germogli di ananas. Tra la frutta tipica dei climi temperati, il Brasile si propone di diventare il principale fornitore controstagionale di piccoli frutti, pesche, fichi e kaki.
Innovazioni tecniche hanno permesso al Brasile di conquistarsi una posizione anche per alcuni particolari prodotti frutticoli sempre più richiesti in tutto il mondo, come per esempio uve da tavola senza semi (Thompson; Superior), mele variamente colorate, ananas ibridi del tipo md2 e meloni come il Cantalupo e il Galias.
Calendario per l'export di frutta dal Brasile
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