Roma: incontro tra Cooperazione e Ministro dell'Agricoltura
I punti cardine riguardano l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, l’estensione a tutto il territorio nazionale dei contratti di filiera, l’estensione del credito d’imposta per investimenti e misure per favorire la concentrazione delle imprese agricole e cooperative agroalimentari.
"Il rilancio del Made in Italy nel settore agricolo ed agroalimentare - ha ricordato il presidente del Coordinamento delle Centrali Cooperative Agricole, Paolo Bruni - deve essere imperniato sulla centralità dei produttori agricoli e sulla loro capacità di promuovere aggregazioni e filiere economiche in grado di conquistare stabilmente crescenti spazi sui mercati, soprattutto internazionali, in un rapporto nuovo e forte con il mondo del consumo ed il rispetto pieno dell’eco-sostenibilità".
"In questo quadro il modello cooperativo costituisce un soggetto virtuoso e strategico - ha aggiunto Bruni - per i valori che esprime e per la realtà imprenditoriale di prima grandezza che rappresenta. Il sistema cooperativo organizzato in Italia, infatti, associa 6.300 tra cooperative e consorzi di II grado, con 910.000 soci-cooperatori, circa il 60% dei produttori agricoli e un fatturato di 35 miliardi di euro, pari a oltre un terzo dell’agroalimentare italiano".
Sul piano del controllo della produzione lorda vendibile (Plv), la cooperazione rappresenta una quota significativa di circa il 40%, ma tuttora risulta essere di molto inferiore a quella che si registra nei Paesi dell’Unione Europea più sviluppati.