Inflazione alimentare: quali le soluzioni proposte da associazioni e politica?
Tra le soluzioni proposte ci sono: l'incentivo alla vendita diretta da parte dei produttori agricoli (Farmers Markets), l'incremento dei prodotti di provenienza locale sugli scaffali dei supermercati, l'esposizione in etichetta del "doppio prezzo" (all'origine e al consumo), l'introduzione di un "paniere low cost" composto da generi alimentari "non di primissima gamma" in confezioni economiche formato famiglia, fino alla proposta di prezzi "fissi", controllati e stabiliti per tutta Italia.
Ci sembra che tutte queste soluzioni siano solo parziali e in parte già presenti - cosa offrono infatti i discount se non "panieri low cost"? - mentre quello che ancora manca in Italia è una valutazione oggettiva e dettagliata delle criticità della filiera agroalimentare. Uno studio meticoloso delle sacche di inefficienza logistica e delle ridondanze nei passaggi d'intermediazione dovrebbe essere preliminare ad ogni proposta di ottimizzazione.
Difetta ancora, inoltre, l'applicazione delle nuove tecnologie ai fini dell'accorciamento della filiera commerciale. Il web, in questo senso, è un formidabile mezzo per mettere in contatto diretto domanda e offerta, come testimoniano i due articoli che trovate nell'edizione odierna di FreshPlaza:
1) Centro Agroalimentare di Roma: con gli ordinativi online si risparmia fino al 20% su frutta e verdura
2) Previsto a breve il lancio di un nuovo portale dedicato all'industria internazionale delle patate
Sarebbe anche utile diffondere maggiormente le aste pubbliche diprodotti ortofrutticoli, come avviene all'estero, per rendere piùtrasparente la formazione del prezzo.
Insomma, va bene partire dalle buone intenzioni, ma poi bisogna anche essere in grado di tradurle in meccanismi applicabili in concreto e sostenibili non solo nel breve termine, ma soprattutto per lunghi periodi di tempo. Solo così la soluzione ad un problema può diventare strutturale.