Questione energetica: la posizione italiana e quella olandese
In Olanda, invece, lo Stato sta facendo molti sforzi per educare la popolazione al risparmio energetico e alla conoscenza della cosiddetta carbon footprint (letteralmente: impronta di carbonio), che è la misura dell'impatto che le attività umane hanno sull'ambiente in termini di quantità di gas serra prodotti, misurati in unità di diossido di carbonio. In questo senso, un chilogrammo di anidride carbonica (CO2) corrisponde a: 5 km. in macchina, 20 km. in treno, 2 bucati in lavatrice e 5 fette di prosciutto (l'allevamento di maiali è abbastanza costoso in termini ambientali).
Proprio la ricerca di fonti energetiche eco-sostenibili ha portato in questi giorni in Olanda alla firma del primo contratto fra Eneco, uno dei più grandi fornitori di energia, e la Windvogel ("uccello del vento"), una cooperativa di mulini a vento. Si tratta di un progetto pilota rivoluzionario, in base al quale i membri della Windvogel possono utilizzare direttamente l’energia eolica prodotta dai propri mulini.
Dick van Elk, presidente della cooperativa e ideatore del progetto, spiega entusiasta: "L’energia del sole e del vento è gratis, bisogna solo investire nei mezzi per catturarla. Inoltre, a differenza dei carburanti fossili e del nucleare, l’energia eco-sostenibile non è legata a rapporti di forza politici e internazionali e permette ai cittadini di far sentire la propria influenza". Van Elk paragona questo nuovo modello di fornitura energetica a quello di un orto popolare: "Se coltivo la mia insalata, quando la colgo non dovrò pagare alcuna tassa. Lo stesso dovrebbe valere per la "coltivazione" di energia verde".
Sotto: parco eolico nelle campagne olandesi (foto FreshPlaza)