I ricercatori John R. Clark e James N. Moore del dipartimento di Orticoltura hanno lanciato Natchez lo scorso ottobre 2008, pubblicando una relazione nella rivista HortScience dell'American Society of Horticultural Science (ASHS).
Secondo quanto dichiarato da Clark, la mora Natchez è il risultato di un incrocio tra le cultivars Ark. 2005 e Ark. 1857, realizzato nel 1998. La pianta originaria è stata successivamente isolata nel 2001 presso uno dei campi sperimentali dell'Università e sottoposta a test con il nome provvisorio di Ark. 2241.
Dalla coltivazione sperimentale è emerso che Natchez produce grandi frutti, sui 9 grammi di peso in media, di forma allungata e leggermente rettangolare, molto attraente, con colorazione nera eccezionalmente lucida.
Natchez ha dimostrato inoltre una migliore resistenza post-raccolta e una più elevata shelf-life rispetto alla cultivar Arapaho ed è dunque consigliabile per la produzione commerciale a fini di esportazione. Potrebbe anche configurarsi come rimpiazzo delle more Arapaho di inizio stagione.
Tra le caratteristiche degne di nota della Natchez sono incluse la precocità, l'alta qualità dei frutti, la resa elevata, le grandi dimensioni dei frutti. Le piante si presentano di sviluppo eretto o semieretto e di buona vigoria, con buone potenzialità anche come specie idonea al giardinaggio.
La mora Natchez dovrebbe risultare idonea alla coltivazione intensiva nelle stesse aree geografiche degli Stati Uniti nelle quali è attualmente praticata la produzione di altre varietà come 'Apache', 'Arapaho', 'Ouachita' o 'Navaho'.