Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
A cura di Giorgio Mancuso

Un commento sul mercato della frutta esotica in Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un dettagliato commento sul mercato italiano della frutta esotica, pervenuto alla nostra Redazione da parte del Dott. Giorgio Mancuso.

Giorgio Mancuso ha iniziato a occuparsi di frutta esotica nel 1996, quando è diventato responsabile commerciale di Agrexco, società israeliana che esporta soprattutto Avocado in Italia.
 
Da allora, Giorgio Mancuso ha proseguito in questa attività, collaborando nell'ambito commerciale con diverse aziende, sempre operanti nel settore della frutta esotica e degli alimenti etnici, come Garletti - l'attuale Mc Garlet - Spreafico, Al.Ma., Nuovafrutta. Attualmente Mancuso collabora con l'azienda Di Lenardo di Padova.
 
Il mercato della frutta esotica in Italia
Il mercato italiano ha visto il coraggioso impulso dato da alcuni innovatori, primo fra tutti va annoverato Luca Garletti che è sempre stato un perenne scopritore di nuove origini, nuovi frutti, nuove linee logistiche, nuovi sistemi di confezionamento. Luca è un grande viaggiatore ed è alla perenne ricerca di quel piccolo particolare che permetta al suo prodotto di avere quel tocco in più per distinguersi dai concorrenti.
 
Tutta questa sua grande volontà si è spesso scontrata con un mercato ancora impreparato alle novità, e con le difficoltà dovute alla gestione di prodotti che per mantenere le loro qualità di freschezza necessitano di una rapida rotazione, la quale non sempre si sposa con le incertezze del mercato.
 
C'è da dire che fino alla fine del secolo scorso la frutta esotica compariva sulla tavola e nei banchi dei supermercati quasi esclusivamente nel periodo natalizio, mentre con il passare del tempo la presenza dell'esotico nell'esposizione della frutta è diventato una consuetudine, non fosse altro che per abbellire ed esibire frutti dalle forme e dai colori inconsueti.
 
Come è cambiato il consumo di questi prodotti negli ultimi quindici anni in Italia?
Intanto occorre dire che i principali frutti esotici, come Banana e Ananas, oggi come oggi sono di uso talmente comune che non vengono praticamente neanche più considerati esotici.

L'ananas, in particolare, ha visto un cambiamento dei consumi. L'ananas via aerea, che aveva trovato una nicchia relativamente importante verso la fine degli anni '90, grazie soprattutto allo scomparso Gianni Allievi che introdusse il trasporto via aerea dal Ghana, oggi come oggi è praticamente introvabile.
 
Le importazioni di ananas Cayenne Lisse, provenienti soprattutto dalla Costa d'Avorio e dal Ghana, che una volta erano quelle maggiormente consumate, sono anch'esse in via d'estinzione, almeno in Italia.
 
La supremazia delle ananas Golden Ripe è infatti diventata praticamente incontrastata. Tuttavia mentre questo prodotto era un tempo esclusivamente della Del Monte e proveniente dal Costa Rica, oggi esso viene venduto con le più svariate marche ed etichette e proviene da diversi paesi, come Panama, Ecuador, Brasile e recentemente anche Ghana.
 
Questo rimescolamento del mercato, insieme alla liberalizzazione del mercato delle banane, ha creato molta confusione, permettendo a sempre numerose aziende medio-piccole di tentare l'avventura dell'importazione. Oggi come oggi, con un piccolo budget di qualche migliaio di euro, si vola in Costa Rica e si stringono relazioni commerciali che permettono di importare facilmente qualche container di ananas.

Tutto ciò provoca turbolenze sul mercato che trasformano il prodotto ananas in un prodotto destinato al consumo di massa e alla lotta sul prezzo da "volantino" del supermercato. Pertanto la marginalità degli operatori si riduce sempre più, quando non si trasforma in perdite, e l'ananas, come la banana, diventa un articolo che bisogna avere per non essere da meno del concorrente accanto, ma sul quale le aziende hanno sempre meno voglia di investire.
 
Staremo a vedere se l'attuale crisi porterà ad un riassestamento, con la scomparsa di molta improvvisazione e il prevalere della professionalità necessaria per ottenere prodotti che siano buoni, non soltanto dal punto di vista commerciale.

Esiste una cultura della frutta esotica in Italia?
Sarebbe da chiedersi se in Italia abbiamo una vera cultura della frutta, o se questo comparto sia comunque trascurato dagli italiani.
 
E' vero, per esempio, che la frutta al ristorante ha ben poco spazio. Mentre la frutta esotica ben si presta alla scenografia della ristorazione. Ma è anche vero che i frutti importati non sempre sono buoni da mangiare e questo aspetto deludente del prodotto esotico crea poi una diffidenza generalizzata che frena i consumi.

Qualche esempio:
Il MANGO prediletto in Italia è il Tommy Atkyns. Tuttavia è un mango che di particolare ha soltanto un bel colore rosso (non sempre) ma che si macchia molto facilmente, che è fibroso e matura difficilmente, Niente a che vedere con la varietà Kent, che, nonostante il colore spesso verde, ha una polpa deliziosa e assolutamente priva di fibre, che permette a chi lo consuma l'esperienza di un sapore fresco e tropicale, dolce e succoso, che non può non piacere.
 
Il mercato della PAPAYA è stato completamente rovinato dall'avvento del prodotto via mare. Questo frutto, dalle grandissime proprietà nutritive, ricca di vitamine e assolutamente salutare è tanto buono se mangiato fresco, a pochi giorni dalla raccolta, come permette la spedizione via aerea, quanto immangiabile quando arriva acerbo dopo oltre un mese dalla raccolta dopo aver attraversato l'oceano in un container refrigerato.
 
Il LIME da noi sembra essere buono soltanto quando è completamente verde, come spesso è il prodotto Messicano. Fa niente se poi il prodotto proveniente dal Brasile è più sugoso. Ma la tendenza del frutto a ingiallire più velocemente lo penalizza parecchio. Eppure se andiamo in un paese tropicale il lime viene tranquillamente venduto e consumato giallo. Perché da noi c'è questa specie di allergia? Viene il sospetto che l'esigenza non sia proprio dei consumatori, ma un'invenzione dei commercianti per deprezzare un prodotto di ottima qualità.
 
E che dire dell'AVOCADO? La varietà Hass è indiscutibilmente la più buona. Anche nei calibri piccoli. Eppure in Italia nessuno è capace di venderlo .... La causa? Chi iniziò a importare avocado in Italia da Israele negli anni 80 aveva alle spalle una produzione che cercava sbocco per le varietà verdi di grossa pezzatura, che avevano difficoltà ad essere vendute in Francia, dove il consumo è molto più diffuso. Pertanto introdusse in Italia esclusivamente questo prodotto creando così un'immagine di standard dell'avocado che in Italia deve essere grande e verde!
L'Hass, invece, che è quasi sempre piccolo e con la buccia che tende a imbrunire con la maturazione, con sfumature nere o viola, da noi viene considerato alla stregua di uno scarto!
 
Beata ignoranza...
Infine ci sono prodotti che da noi sono quasi totalmente ignorati, come ad esempio la PHISALYS, da noi conosciuto anche come alkekenger. In Germania questo prodotto ha dei consumi formidabili. Una sola catena di supermercati ne consuma oltre 25 tonnellate a settimana!

In Italia questi consumi ce li sogniamo. Probabilmente ci occorre qualche mese per consumarne altrettanto su tutto il territorio nazionale. Eppure è un prodotto genuino, di facile consumo, che mantiene inalterate le proprie caratteristiche per lungo tempo, adatto all'acquisto d'impulso poiché arriva già confezionato in comodi cestini da 100 grammi. E' uno snack divertente, che nessuno però si prende la briga di promuivere o sponsorizzare.
 
Come si può aiutare questo mercato?
Secondo me è urgente trovare una catena della GDO che prenda a cuore il prodotto esotico ed abbia voglia di investire soprattutto nello spiegare come consumare i prodotti, quali scegliere e che abbia il coraggio di evitare i prodotti se non sono commestibili. Sembra una esagerazione, ma sfido chiunque a mangiare alcuni frutti presenti sui banchi dei supermercati senza provare disgusto!
 
Quando qualcuno sarà sensibile a questi temi, potrà essere un innovatore nel mercato, acquisendo un grande vantaggio sulla concorrenza che non sarà facilmente recuperabile.
 
Sono disponibile per sviluppare questi temi, insieme all'azienda Di Lenardo, un azienda seria con una tradizione di lavoro e di impegno che sono garanzia di qualità e di servizio.
 
Giorgio Mancuso
Tel.: +39 389 1659450
Skype: dr.mancuso
Data di pubblicazione: