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Progetto promosso da Legambiente e Regione Lombardia

L'etichettatura ambientale puo' essere una leva di marketing

La sostenibilità e la trasparenza in materia ambientale possono rappresentare una marcia in più per le imprese, anche in una fase economica difficile come quella attuale. E' questo il bilancio principale del primo anno di progetto dell'etichetta volontaria di prodotto "Per il Clima", promossa da Legambiente con il contributo di Regione Lombardia. 

Sei aziende del territorio lombardo - Pomì (Consorzio Casalasco del pomodoro), Sma-Auchan, Palm, Npt, Agricola Perini, Agricola Il Campagnino - hanno aderito all’iniziativa pilota che ha permesso di effettuare un'analisi dell’impatto ambientale (in termini di emissioni di anidride carbonica, CO2) di alcuni prodotti, lungo tutto il ciclo di vita (produzione, distribuzione e commercializzazione, uso e smaltimento). Si è scoperto così che un chilo di passata di pomodoro produce nel suo ciclo di vita 650 grammi di anidride carbonica; un prodotto più complesso, come una latta di 16 kg di colla ecologica per parquet, emette 49,1 kg di CO2. Il conto ambientale di un melone da 1 kg è, invece, di 206 grammi di anidride carbonica.

Il calcolo riportato in etichetta è eseguito dall'Istituto di ricerche Ambiente Italia sulla base dello standard tecnico PAS 2050, elaborato dal British Standard Institute. Oltre al quantitativo di CO2, nell’etichetta è previsto un collegamento a una dichiarazione ambientale presente sul sito di Legambiente, che permette di conoscere più nel dettaglio la storia del prodotto.

Il vantaggio di un’etichettatura di questo tipo, ormai affermatasi in diversi paesi del Nord Europa, è facile da intuire per i consumatori, che hanno così a disposizione maggiori informazioni per poter effettuare scelte d’acquisto responsabili e sostenibili. Ma anche le imprese possono utilizzare questo strumento per posizionarsi sul mercato, traendo vantaggi competitivi rispetto alla concorrenza. Le aziende, inoltre, grazie allo studio della sostenibilità del ciclo di vita dei propri prodotti, hanno automaticamente a disposizione anche un’analisi dei costi e degli impatti non solo dal punto di vista ecologico, grazie alla quale possono implementare eventuali interventi di contenimento e riduzione delle spese. Come ha raccontato Giovanna Poletti del Consorzio Casalasco del pomodoro, "Dichiarare apertamente quanta CO2 è emessa è stato inizialmente visto come un ostacolo dal nostro settore marketing per la vendita sul mercato, però siamo andati avanti lo stesso. Questa iniziativa stimola l’azienda a ridurre la CO2 emessa, perché ci ha permesso di scattare una fotografia anche sull’impatto che c’è a valle e a monte delle nostre attività, finora poco conosciuto".

"Ambiente Italia ci ha seguito passo dopo passo: non è stato semplice calcolare la CO2 per un prodotto chimico come il nostro, però ci siamo riusciti e ne siamo soddisfatti. L'etichettatura può aiutare davvero le aziende a spingere i propri articoli, soprattutto per un’impresa come la nostra che dipende dall’export per l’80% del fatturato" ha aggiunto Alessandro Galbiati di Npt. 

Nel caso del progetto pilota lombardo, la Regione Lombardia ha coperto con 175.000 euro di stanziamento i costi dell’istruttoria tecnica e la fase di comunicazione generale, ma al di fuori di questo caso le spese non sono comunque eccessive: "La fase di istruttoria tecnica può costare intorno ai 5.000 euro; ovviamente i prezzi tendono a salire se le produzioni non sono localizzate in un determinato territorio ma derivano da diversi assemblamenti effettuati in diversi Paesi esteri. Occorre poi considerare il lavoro di comunicazione e marketing: nel nostro caso si parte da una base di 10-20.000 euro, che possono aumentare se si intraprendono azioni di marketing e campagne pubblicitarie più spinte", ha spiegato Andrea Poggio, vicedirettore Legambiente Onlus.

"Sostenibilità significa in primo luogo responsabilità - ha commentato l’assessore all’Ambiente, energia e reti di Regione Lombardia, Marcello Raimondi -. Tutti siamo chiamati a partecipare alla svolta verso modelli di consumo e di produzione più sostenibili. Con l’etichetta per il clima, una brillante idea di Legambiente cui abbiamo voluto contribuire, si crea una partnership con le aziende più attente e con i consumatori, in un circolo virtuoso in cui tutti ci guadagnano, a cominciare dall’ambiente".
Data di pubblicazione: