Il Marocco chiede tecnologia italiana per lo sviluppo dell’agricoltura
"Marocco Verde" prevede un investimento iniziale di 18 miliardi di euro che determinerà una crescita notevole, in quanto ogni anno e fino al 2020, a scapito del grano, verranno piantati dieci milioni di mandorli, ulivi, viti ed agrumeti. Il progetto è stato illustrato dal Ministro dell’Agricoltura marocchino, Mohammed Aziz Akhannouch, a Milano, a numerosi imprenditori dell’agroindustria italiana ai quali il Marocco vorrebbe affidarsi nel tentativo di far lievitare le esportazioni dei propri prodotti agricoli e creare 1 milione e mezzo di posti di lavoro, incrementando così, notevolmente, la crescita del settore agricolo.
"Il Marocco, per il proprio sviluppo, ha bisogno della tecnologia italiana – ha affermato il direttore dell’Agenzia per lo sviluppo agricolo del paese, Ahmed Hajjiaji – da quella relativa ai fertilizzanti, a quelli dei sistemi di pompaggio ed irrigazione".
Tutto è reso più facile dall’accordo, stipulato il 1 marzo scorso, tra la UE e Rabat che prevede la liberalizzazione graduale degli scambi commerciali di prodotti agricoli e di pesca.