"In arrivo la "supermela" del Trentino"
"Sarà una mela resistente alle principali malattie, quindi con scarso uso della chimica nella sua coltivazione rendendola sostenibile con l’ambiente, una mela produttiva, ma saranno curati particolarmente gli aspetti del gusto dei componenti della mela che sarà sempre più ricca di quelli utili alla salute di chi le consuma". Ad affermarlo è Riccardo Velasco responsabile del Dipartimento di genomica e biologia delle piante da frutto della Fondazione Mach nell’ambito del sesto congresso mondiale sulla genomica delle Rosaceae al Palarotari di Mezzocorona.
"Non si tratta di un risultato ottenuto per caso, ma il frutto di decenni di lavoro sul fronte della ricerca partendo da 150.000 diversi semenzali che sono state provate nei campi sperimentali in questi anni, alcuni dei quali vengono registrati ogni anno", precisa Velasco. Ma, non solo grazie al ruolo centrale a livello internazionale raggiunto dalla Fondazione Mach, possiamo avvalerci anche dei 1.400 genotipi provenienti da tutto il mondo. Dai selvatici vengono le resistenze alle malattie ed allo stress idrico, da varietà ricche di polifenoli vengono altre caratteristiche salutistiche mentre dalle varietà più recentemente introdotte vengono la serbevolezza ed altre caratteristiche concernenti gusto e aromi. Il nostro impegno costante è quello di coniugare i gusti, gli aspetti salutistici e la resistenza alle malattie" sottolinea il responsabile della Fondazione Mach.
"Per questo la genomica delle Rosaceae per la quale ormai la Fondazione è considerata un punto di riferimento a livello internazionale può dare un contributo molto significativo" afferma il direttore del Centro di Ricerca della Fondazione Mach Roberto Viola. "A San Michele - ricorda il direttore - abbiamo l’unica scuola di genomica esistente a livello mondiale".
"Su questi temi sono impegnati da noi un centinaio di ricercatori provenienti da cinquanta diversi paesi - aggiunge Velasco - abbiamo la fortuna di essere gli unici che sotto la stessa gestione uniscono ricerca, sperimentazione, consulenza tecnica alle aziende e scuola agraria. Anche i genomi del pero e dei lamponi che abbiamo sequenziato assieme ad americani e australiani presentati in questi giorni per noi non hanno comportato tempi particolarmente lunghi, solo sei mesi perché ormai ci muoviamo su un modello ormai collaudato per il genoma del melo e quello della fragola".
"Una cosa che fa onore non solo alla FEM, ma all’intero Trentino - conclude Velasco - è il fatto che almeno la metà dei relatori che si sono succeduti sul palco del Palarotari hanno riconosciuto in San Michele un punto di riferimento, un autorità in questo campo a livello mondiale, il che ci permette di avere un ottimo rapporto collaborativo con i migliori istituti di ricerca a livello mondiale".