I tagli agli aiuti diretti previsti dalla nuova PAC potrebbero slittare di un anno
Un'eventualità, riferita dallo stesso De Castro alla commissione, che tutto sommato potrebbe risultare positiva per l'Italia, impegnata in un duro braccio di ferro sui tagli indicati dalla Commissione UE (280 milioni all'anno su un totale di 5,5 miliardi, ndr) e sui loro criteri. "Se dovesse verificarsi questa eventualità - ha spiegato il Ministro Catania in conferenza stampa - la dotazione del primo 'pilastro' della politica agricola (aiuti diretti, ndr), si può riportare all'anno successivo e questo scongiura almeno per il prossimo anno l'ipotesi di un taglio di 280 milioni annui come previsto dalla prima bozza della commissione UE".
"Quanto al secondo pilastro invece, relativo allo sviluppo rurale, - ha aggiunto il Ministro - il problema è un po' più complesso in quanto si tratta di una politica di programmazione settennale che termina nel 2013. Nel momento in cui a Bruxelles si decidesse che il bilancio comunitario scivola di un anno - ha precisato Catania - questo ci consentirebbe di avere un atteggiamento relativamente rilassato rispetto allo scenario. Non siamo noi - ha detto - che dobbiamo rincorrere per forza una soluzione; tutto sommato sarà un problema di qualcun altro l'anno prossimo".
"La speranza di giungere ad un accordo su bilancio dell'Unione Europea nel prossimo mese di novembre si allontana un po' - ha proseguito il Ministro - c'è un negoziato importante in corso. La partita del bilancio agricolo è dentro questa partita più ampia ed è un tema su cui registriamo difficoltà ulteriori. Il governo ha ribadito che il bilancio agricolo è un tema che sta a cuore all'Italia, va mantenuto a un livello congruo e sarà difeso dall'Italia". Il Ministro ha spiegato che la linea del governo è di ottenere minori sacrifici: "Non è accettabile il taglio di 280 milioni e solo per il primo pilastro - ha detto il Ministro - stiamo portando avanti un negoziato per ottenere un punto di arrivo migliore".
Catania ha spiegato che la Commissione di Bruxelles tende a parametrare la riduzione delle risorse agricole sulla base delle superfici agricole, penalizzando inevitabilmente l'Italia che pur avendo una PLV (produzione lorda vendibile) superiore alla media ha un'estensione minore dei terreni agricoli.