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Chiquita, Novartis e Pfizer al X Premio Socialis: ma la responsabilita' sociale d'impresa non riguarda solo le multinazionali



Si è tenuta ieri, 5 dicembre 2012 a Roma, presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica, la cerimonia di premiazione del X Premio Socialis per le migliori tesi di laurea italiane dedicate al tema della CSR (Corporate Social Responsibility, in Italiano RSI-Responsabilità Sociale d'Impresa).



Il premio è organizzato da Errepi Comunicazione, con il sostegno di Chiquita, Novartis e Pfizer, la collaborazione di Lega del Filo d'Oro, Liguori Editore, Manager Italia Roma e Uman Foundation, e con il patrocinio dalla Presidenza del Consiglio, i ministeri della Cooperazione e dell'Integrazione, dell'Economia e delle Finanze, del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regione Lazio, Provincia di Roma, ACRI, AIDP Lazio e CNEL.


La platea in sala.

La cerimonia di premiazione è stata l'occasione per presentare i risultati del dossier "CSR Made in Italy", curato dall'Osservatorio Socialis, dal quale emerge che nel nostro Paese la responsabilità sociale delle imprese vale oltre un miliardo di euro, ma non è riconosciuta.


In foto, da sinistra: Luciana Luciani (Chiquita), Marina Panfilo (Pfizer) e Roberto Orsi (Errepi Comunicazione-Osservatorio Socialis).

Come ha spiegato Roberto Orsi, presidente di Errepi Comunicazione e direttore dell'Osservatorio Socialis: "L'Italia che guarda alla ripresa economica si trova di fronte a un bivio. Bisogna prendere coscienza che gli investimenti in CSR nel nostro Paese sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Ben 7 imprese su 10 con più di 100 dipendenti ritengono la responsabilità sociale un fattore strategico di sviluppo, moltiplicano le iniziative a favore dei dipendenti, ma per crescere ancora chiedono alle istituzioni un quadro normativo, incentivi fiscali, maggiori riconoscimenti, e un aiuto concreto nel promuovere le buone pratiche".


Nella slide, i maggiori freni allo sviluppo della CSR in Italia, come emersi dal V "Rapporto sull'impegno sociale delle aziende in Italia", rilevazione statistica dell'Osservatorio Socialis in collaborazione con SWG. La mancanza di ritorni immediati è ancora la voce che pesa di più (e che appare in aumento rispetto ai dati rilevati nel 2009) per un decollo di pratiche che possono invece costituire un importante volano economico.

Secondo il dossier presentato dall'Osservatorio Socialis, i paesi europei più impegnati si distinguono su questo terreno per il forte impegno delle istituzioni centrali nel sostenere le pratiche di CSR attraverso norme specifiche e incentivi promossi da politiche pubbliche di promozione e sviluppo.


La testimonianza di Paola De Angelis (Novartis) sul connubio ineliminabile tra responsabilità sociale e imprese farmaceutiche; specialmente in Novartis, dove l'approccio è quello di rispettare la centralità del paziente nella produzione e distribuzione dei farmaci. Novartis è inoltre attiva nell'impegno di garantire accesso ai vaccini nei Paesi in via di sviluppo.

La stessa Unione Europea ha pubblicato delle linee guida 2011-2014 in tema di CSR, le quali prevedono, oltre ad iniziative per aumentare la visibilità della CSR stessa e disseminarne le buone pratiche, anche misure per potenziare gli incentivi di mercato per la CSR, introdurre dei benchmark per misurare la performance ambientale delle imprese, integrare la CSR nella ricerca, educazione e formazione.


In veste di presidente della Uman Foundation, Giovanna Melandri ha sottolineato le grandi potenzialità della CSR, che va dunque sostenuta, non tanto attraverso la defiscalizzazione, bensì sul terreno delle riforme istituzionali e della diffusione di nuovi strumenti di finanza etica e sociale, che già esistono.

In Italia, l'Osservatorio Socialis ha promosso e presentato a Roma il 30 ottobre 2012, presso la Camera dei deputati, la "Carta della Responsabilità Sociale d'Impresa", frutto delle indicazioni di un campione rappresentativo delle aziende italiane impegnate nel sociale e che sintetizza in nove punti quello che le aziende italiane considerano fondamentale per l'affermazione della responsabilità sociale d'impresa in Italia (per i contenuti della Carta clicca qui).


Marina Panfilo (Pfizer - a destra) si è detta concorde sul fatto che il contesto economico attuale non consenta la defiscalizzazione delle iniziative di CSR, ma ha anche esortato a rimuovere almeno gli ostacoli ai processi virtuosi delle aziende, ad esempio prevedendo la deducibilità dell'IVA sulle attività connesse alla CSR.

Negli atenei italiani, la CSR è diventata anche materia di insegnamento: su 81 atenei, 42 hanno insegnamenti su questo argomento. Al Premio Socialis, nelle sue diverse edizioni, hanno partecipato complessivamente 600 tesi di laurea, provenienti non soltanto da facoltà di Economia (41%), ma anche da Scienze della comunicazione (15,5%), Scienze politiche (12,1%), Lettere e filosofia (7,2%), Ingegneria (5%) e altre.


Luciana Luciani ha ripercorso le tappe dell'impegno di Chiquita in iniziative di responsabilità sociale e di sostenibilità. Precorrendo i tempi e anticipando molte altre multinazionali del settore, già nel 1992 (esattamente 20 anni fa) Chiquita si attivò su questi fronti, anche in risposta a forti critiche della pubblica opinione rispetto al metodo gestionale antecedente. La multinazionale voltò completamente pagina, puntando su legalità, trasparenza e dialogo con tutte le parti, anche con le voci più critiche: enormemente positivo il ritorno ottenuto in termini di immagine, credibilità, valore della marca e, non meno importanti, ottimizzazione dei processi produttivi, risparmio sui costi, riduzione del contenzioso con i lavoratori, maggiore qualità del prodotto finale.



A sostenere il ruolo della responsabilità sociale delle imprese come strumento necessario al mondo del lavoro, anche i giovani universitari partecipanti al Premio Socialis per le migliori tesi di laurea italiane, premiati nell'occasione:

Claudia Catanese (facoltà di Economia di Tor Vergata) con la tesi "Lo sviluppo di logiche di responsabilità sociale nella filiera agroalimentare";


Il momento della consegna del premio a Claudia Catanese.

Maria Giuliana Del Prete (Scienze Politiche della LUISS), con la tesi "La comunicazione della sostenibilità ambientale tra CSR e non convenzionalità";


Il momento della consegna del premio a Maria Giuliana Del Prete.

Marianna Bianca Galantucci (Economia, finanza ed integrazione internazionale dell'Università degli studi di pavia) con la tesi "Houshold food waste in Italy: the case of the ethical purchasing groups".


Marianna Bianca Galantucci al momento della consegna del premio.

Hanno ricevuto menzioni speciali invece i lavori di:

Giulia Canzonetta (Ingegneria dell'Università di Tor Vergata) con la tesi "Indagini di mercato e responsabilità sociale d'impresa: il caso Unicoop";


Il momento della consegna del premio a Giulia Canzonetta.

Claudia Coletta (Sociologia dell'Università di Torino) con la tesi "How the smart city model matches equity issues. A comparative study of Stockholm and Torino";


Claudia Coletta riceve la menzione speciale dalle mani del Sen. Roberto Della Seta.

Fabio Forti (Facoltà di Economia dell'Università di Pavia) con la tesi "Le opportunità del marketing non convenzionale nelle organizzazioni non governative. Proposte applicative al campaigning di Save the Children".


Maria Ludovica Agrò, direttore generale per la politica regionale unitaria comunitaria presso il Ministero dello Sviluppo Economico consegna la menzione speciale a Fabio Forti.

La conclusione dei lavori è stata affidata al Sen. Roberto Della Seta, da sempre promotore delle iniziative dell'Osservatorio Socialis.



Il Senatore ha ricordato come l'attuale fase di crisi economica non vada sottovalutata e che, lungi dal doversi considerare una breve parentesi lungo un processo di crescita economica rispondente a canoni già noti, la crisi condurrà inevitabilmente ad un modello di sviluppo radicalmente diverso dal passato. Ecco dunque che l'Italia, patria della cosiddetta "soft economy", fatta di legame con il territorio, creatività e forte connotazione sociale, può trovare e costruire una "via italiana alla CSR" grazie alla quale emergere dalle attuali difficoltà con rinnovato slancio e vigore.


Foto di gruppo dei relatori e dei premiati della giornata. Clicca qui per un ingrandimento.

Al termine dei lavori, FreshPlaza ha raccolto il commento di Luciana Luciani (Chiquita) circa la netta prevalenza femminile nelle divisioni aziendali che si occupano di CSR. "Le donne in effetti prevalgono in questo settore - ha dichiarato Luciana - che contribuisce alla creazione di valore per le imprese, ma che non ha ancora una valenza direzionale. Nel momento in cui diventasse una mansione di "vertice", staremo a vedere se la prevalenza femminile rimarrà tale".

Noi di FreshPlaza possiamo solo augurarci che il grande contributo delle donne in questo campo possa trovare adeguata valorizzazione manageriale e dirigenziale nel nuovo modello economico e di società che si profila all'orizzonte.