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Giuseppe Maldini: il bilancio 2013 di Orogel Fresco e le sfide per il futuro

"Quest'anno abbiamo riconosciuto ai nostri soci produttori liquidazioni per la frutta in generale superiori rispetto alla stagione precedente; anche il risultato economico sulle verdure non è andato male, pur in presenza di una maggiore volatilità dei prezzi. C'è da dire però che i volumi conferiti di frutta e verdura fresca sono risultati inferiori del 20% rispetto all'anno scorso", così Giuseppe Maldini (in foto), presidente della cooperativa Orogel Fresco sintetizza a grandi linee il bilancio 2013.

Produzioni ortofrutticole in calo
Il calo dei volumi è un fenomeno ormai strutturale in Italia, dove si segnala una produzione ortofrutticola in diminuzione del 2-3% l'anno. Maldini sottolinea: "Tale andamento è ancora più evidente nella nostra regione, l'Emilia-Romagna, con cali del 5-6% ogni anno. Questa stagione, tuttavia, i raccolti sono crollati del 20% a causa delle problematiche climatiche durante il periodo primaverile, che hanno compromesso l'allegagione della frutta."

I risultati economici sono stati particolarmente positivi per le albicocche, con prezzi di 1,30 euro/kg, ma volumi ridotti anche del 40-50%; un risultato economico non soddisfacente è stato invece quello relativo alle pesche medio-tardive. "In generale possiamo dirci soddisfatti, anche se ovviamente i produttori che sono rimasti senza grandi volumi di merce da conferire hanno intascato ben poco. Tuttavia, se anche per il prossimo anno riuscissimo a mantenere quotazioni simili, ne saremmo ben felici."

Una buona parte dei soci di Orogel Fresco ha già ricevuto un anticipo sulle liquidazioni a partire dal mese di luglio. Maldini spiega: "Ora, a dicembre, stiamo completando il saldo. Un tempo tutte le liquidazioni venivano corrisposte a fine anno; gli agricoltori seguivano una gestione molto oculata delle loro entrate e uscite, perciò potevano permettersi di attendere Natale per incassare i proventi, da reinvestire l'anno successivo. Oggi il mondo è cambiato e sempre più produttori hanno bisogno di incassare il reddito in più momenti dell'anno, per far fronte a tutte le spese."

L'agricoltura e le istituzioni
Gli anni della crisi stanno pesando sul mondo agricolo, cosa per cui sarebbe auspicabile una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e della politica europea. Il presidente di Orogel Fresco riflette: "Il valore della Politica agricola comunitaria (PAC) sul fatturato delle imprese potrebbe essere quantificato in un 15 per cento, ma tutto il resto viene dal mercato e dalla nostra capacità di stare nel commercio in maniera competitiva o meno. Il problema, oggi, è che non possiamo fare tutto da soli, perché ci sono fattori - e penso solo al costo energetico, al carico burocratico o all'efficienza infrastrutturale e logistica - che semplicemente non dipendono dalle imprese agricole. Per quanto possiamo strutturarci, aggregarci e cercare di far pesare la nostra voce, non possiamo sostituirci al Legislatore."

Secondo Giuseppe Maldini, il ruolo dell'agricoltura è di enorme rilievo sociale, non soltanto in quanto provvede all'approvvigionamento di cibo, ma soprattutto perché contribuisce al mantenimento del territorio e dell'ambiente: "Il nostro lavoro è estremamente importante e forse proprio per questo bisognerebbe pretendere una maggiore considerazione dalle istituzioni."

Il rapporto con la distribuzione
Ultimo aspetto, ma non meno importante dell'analisi del presidente di Orogel Fresco è la modalità di rapporto con la grande distribuzione organizzata: "Il lavoro andrebbe improntato ad una maggiore programmazione; invece non riusciamo ad impostare piani di fornitura per periodi superiori alla settimana. La conseguenza è non soltanto l'impossibilità di fissare dei prezzi costanti per entrambe le controparti, ma una gestione imprevedibile delle operazioni di magazzino. Per il 2014 stiamo addirittura pensando di modificare gli orari di lavorazione nei nostri stabilimenti; oggi infatti si comincia a lavorare alle otto del mattino, confezionando la merce un po' 'a naso', perché gli ordini veri e propri magari arrivano soltanto alle undici, per partenza alle due del pomeriggio. Una simile disorganizzazione comporta più costi che altro, soprattutto per noi che siamo l'anello debole della catena."