Sipo: per il futuro, referenze innovative e un nuovo approccio al mercato
Tra le prime in Italia, nel 1985 ha lanciato le sue verdure di quarta gamma e, a inizio 2012, ha dato avvio al suo processo di internazionalizzazione con la spedizione delle sue specialità nel mercato russo e in quello dell'Europa nord-orientale.
Sipo produce direttamente nei suoi terreni situati nelle province di Rimini e Forlì-Cesena e lavora anche i prodotti ottenuti da un parco di fornitori storici e qualificati che conta su circa 300 ettari di terreni e fornisce l'azienda di ortaggi provenienti da Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana, Veneto e, in misura minore, Campania e Marche.
Grazie al suo ufficio tecnico, l'azienda di Bellaria-Igea Marina individua le aree produttive vocate per specie e per stagione e segue direttamente le coltivazioni grazie a capitolati di produzione, assistenza sul campo, verifiche e analisi di prodotto.
"Coltiviamo ortaggi a foglia larga in pieno campo - spiega a FreshPlaza Massimiliano Ceccarini (nella foto sopra), uno dei soci e development manager - ma ora siamo concentrati sulla produzione in serra di baby leaf, una novità per Sipo".
Per quanto riguarda i canali commerciali, le verdure sfuse di I gamma vengono inviate ai mercati all'ingrosso mentre il prodotto confezionato di I e IV gamma, biologico e non, le spremute di frutta fresca, i funghi freschi, le erbe aromatiche e altri ortaggi freschi sono indirizzate alle principali insegne della Grande distribuzione organizzata.
I diversi brand con cui Sipo commercializza i suoi prodotti.
"Il discorso spremute è alquanto controverso - illustra Massimiliano - Mentre il consumatore straniero, principalmente Paesi arabi e del nord Europa, apprezza il valore dei frutti spremuti senza l'aggiunta di nessun altro ingrediente, il deposito naturale della polpa non piace a quello italiano, che stenta a capire le differenze tra spremute e succhi a lunga conservazione. Anche il prezzo superiore rallenta la vendita delle spremute in Italia, per questo tendiamo a proporle solo ai nostri clienti esteri".
"Il processo di internazionalizzazione in Sipo ha comportato una riorganizzazione delle risorse umane, degli uffici marketing e commerciale, della produzione - per adattare l'assortimento ad altre realtà - e anche lo studio di nuove referenze per ampliare la gamma" prosegue il development manager.
"Da tradizionale azienda a conduzione familiare, Sipo mira a divenire azienda di caratura internazionale, soprattutto grazie alle sinergie con enti e università per quel che riguarda la ricerca e lo sviluppo della qualità intrinseca dei prodotti, ma anche grazie ad accordi e collaborazioni commerciali per fare sistema lungo tutta la filiera".
Il prodotto arrivato in azienda, prima della lavorazione.
"In alcune aree vocate alla produzione di prodotti di nicchia, abbiamo avviato la lavorazione in loco. Ora, ad esempio, i carciofi sono valorizzati direttamente sul siti produttivi di Sardegna e Puglia. Stessa cosa per i ravanelli, coltivati nel basso Lazio che ora sono confezionati là. Questo permette di applicare delle economie di scala, con minori scarti".
(Foto FreshPlaza).
Il mercato attuale
"Le condizioni climatiche degli ultimi due anni non ci hanno aiutato - osserva Massimiliano - estati piovose, seguite da inverni caldi e rapidi abbassamenti di temperature e campagne allagate. In Val di Cornia, in Toscana, e anche in Lazio gli spinaci sono di scarsa qualità, perché hanno assorbito troppa acqua e marciscono facilmente. Anche i cavolfiori ci stanno dando problemi: fino a 15 giorni fa non crescevano per le temperature troppo alte ma c'era richiesta, ora che c'è il prodotto, costa tantissimo rispetto a quello olandese e della Normandia. Basta dire che l'anno scorso in questo periodo spedivamo 2 bilici di cavolfiori a settimana e quest'anno siamo ancora a zero".
"Il fatturato 2013 - conclude Massimiliano Ceccarini - si attesta sui livelli dello scorso anno, sia in termini di valore che di volume. Quest'anno però abbiamo investito molto in ricerca e sviluppo di nuove referenze, quindi nel 2014 dovremo raccogliere i frutti di tanto lavoro".
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