"Workshop "Cibo Vestitivo": puo' una buccia di mela creare un vestito?"
"Partiamo da un'immagine. Per la mostra Dressing ourself di alcuni anni fa, Andrea Branzi aveva progettato un abito di feltro, su cui era seminata dell'erba. Regolarmente annaffiata e curata, una volta cresciuta si poteva tagliare. E forse anche mangiare. L'immagine è quella di un abito-cibo che si porta con sé. Ciò significa che se si cambia abito si può cambiare il cibo, e che si possono scoprire, trovare, inventare tanti diversi abiti-cibo per una sopravvivenza globale" sostiene Guerriero.
"Forse esistono archetipi di tutto ciò in culture primitive. Forse la nostra capacità progettuale ne può inventare di diversi, più semplici o più complessi - continua Guerriero -Partire da qui per una ricerca; per progettare il futuro in cui un orto può avvolgerti in un cibo quasi infinito, ricco di ogni ben di Dio; per progettare abiti che diventano strumenti per una agricoltura diversa, in cui il rito convive con il bisogno, in cui il cibo riacquista il suo valore di nutrimento e di speranza."
"Per fare questo, diamo vita a un workshop che ci condurrà lontano e daremo vita a nuove strutture del desiderio e del nutrimento. Approderemo a nuove forme del design, dove tutto profumerà di fresco. Ognuno deve portare delle cose semplici: mele, cetrioli, limoni, aranci, patate, ecc. Qualsiasi frutto che abbia una buccia. Inoltre, delle strisce di carta di almeno un metro e, infine, colla e pinzatrice."